uwesto
(di Alessandro Castellani)
Il futuro è già qui, e fa un po'
paura. Mentre a Chengdu si concludevano i 'World Games', in
pratica i Giochi (anche questi con cadenza quadriennale) degli
sport che non fanno parte del programma delle Olimpiadi, sempre
oggi e sempre in Cina, ma a Pechino, è terminata la prima
edizione dei Giochi Mondiali dei Robot Umanoidi, o 'World
Humanoid Robot Games'.
Vi hanno preso parte rappresentative provenienti da 16 paesi,
tra cui Stati Uniti, Germania e Giappone, e oltre 500 atleti
robot si sono sfidati in una serie di discipline, tra cui
atletica, calcio, danza, pugilato e arti marziali all'interno
del 'National Speed Skating Oval', un impianto da 12.000 posti
costruito per le Olimpiadi invernali del 2022.
L'evento è stato organizzato in un momento in cui la Cina ha
intensificato gli sforzi per sviluppare robot umanoidi
alimentati dall'intelligenza artificiale, e gli organizzatori
hanno tenuto a sottolineare che lo scopo delle competizioni è
stato quello di testare e perfezionare la robotica attuale.
Infatti lo sport viene considerato un ottimo modo per
sperimentare le capacità decisionali, motorie e di controllo di
un robot, che potrebbero essere successivamente applicate in
contesti reali come fabbriche e abitazioni. Tutto ciò fa parte
dell'impegno della Cina per diventare leader mondiale nella
robotica umanoide. Non è un mistero che il governo cinese abbia
già preparato un piano nazionale per costruire un'industria
umanoide di livello internazionale entro il 2027. Non a caso,
diverse città, tra cui Pechino e Shanghai, hanno istituito fondi
per l'industria robotica da 10 miliardi di yuan (circa 1,20
miliardo di euro).
Inoltre, come ha scritto di recente il Quotidiano del Popolo,
visto l'invecchiamento della popolazione in un futuro non così
lontano, i robot potrebbero offrire supporto pratico ed emotivo
agli anziani: "la visione di un'assistenza agli anziani
assistita da robot non è lontana", si legge nell'articolo. I
robot umanoidi potrebbero anche sostituire i dipendenti sulle
linee di produzione, e allora nel frattempo vai con gli sport
per fare esperimenti, visto che anche altri paesi si sono
'allineati'.
Così in questi giorni a Pechino si sono visti robot con
caschetto protettivo e guantoni sfidarsi nella boxe thailandese
e nel taekwondo, con tanto di ganci sinistri, calci frontali al
petto, jab incrociati senza il rischio di sangue e gravi lesioni
alla testa, oppure la finale dei 100 metri senza le frecce di
Giamaica e Usa e al posto loro dei robot che, chissà, forse un
giorno sfideranno gli eredi di Bolt, Lyles e Jacobs, e chissà
che Gout Gout e Kelly Doualla non se li ritrovino già come
rivali in pista.
I presenti hanno commentato che "è stato più eccitante vedere
queste gare che quelle degli umani", ma non è detto che tutti la
pensino così, specie vedendo le immagini delle sfide tra rossi e
blu del calcio. Al mondo c'è ancora bisogno di CR7, Messi,
Mbappé e Lamine Yamal: almeno in questo i robot umanoidi possono
aspettare.
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