Leao e Pulisic gol, lampi di Modric: Milan, la prima è vinta in scioltezza

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I rossoneri (con Allegri in tribuna per squalifica) passano il turno con un gol per tempo. Bari mai pericoloso, nella ripresa dentro il croato e Jashari

Marco Pasotto

Giornalista

17 agosto 2025 (modifica alle 23:22) - MILANO

I 71 mila di San Siro – dato clamoroso -, il debutto di Modric fra gli osanna del Meazza, ovviamente il passaggio del turno, ma anche l’uscita di scena di Leao dopo un quarto d’ora per un guaio al polpaccio. Il mondo rossonero sembra non riuscire a spezzare la maledizione: anche nelle serate che, per svariati motivi, nascono come tutte da godere, spesso poi capita qualcosa che guasta la festa. Nei prossimi giorni si capiranno meglio le condizioni di Rafa, ma in una squadra dove all’appello in rosa manca un attaccante, perderne uno – basilare come lui – a pochi giorni dalla prima di campionato, lascia sensazioni sgradevoli. Il resto però è stato una festa, iniziata prima della partita col red carpet su cui sono saliti i nuovi acquisti, l’ultimo dei quali è stato sua maestà Modric al cospetto di uno stadio in pura estasi. La pratica Bari è stata archiviata senza far stropicciare gli occhi alla gente rossonera, con un gol per tempo di Leao e Pulisic, ma nelle partite dentro-fuori quel che conta è passare oltre: a fine settembre si resterà in ambito pugliese, i sedicesimi porteranno in dote al Diavolo il Lecce. E comunque era una di quelle partite dove il più forte ha ovviamente tutto da perdere. Senza contare che mentre le altre big possono permettersi ancora un fine settimana di amichevoli e di messa a punto, il Diavolo no. Scontava la condanna del piazzamento nello scorso campionato. Allegri, squalificato, ha osservato dall’alto e alla fine è rimasto con buone sensazioni sulla pelle. 

le scelte

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Il tecnico rossonero ha confermato le sensazioni trasmesse nei giorni precedenti. Ovvero conferme nell’impostazione tattica – 3-5-2 decisamente fluido, come in massima parte è avvenuto nelle amichevoli – e negli interpreti: attacco affidato a Pulisic e Leao, mediana con Loftus-Cheek, Ricci e Fofana. L’ex granata ed Estupinan sono stati gli unici neoacquisti nell’undici di partenza. Caserta, che ha una rosa ancora incompleta, ha affidato l’attacco a Pereiro, Moncini e Sibilli. E’ stato proprio il 7 biancorosso a stappare il match con un destro ben eseguito che è sfilato a una manciata di centimetri dal palo di Maignan: erano passati 47 secondi e molti tifosi rossoneri si sono guardati smarriti negli occhi, facili prede dei fantasmi passati. Lo scorrere delle lancette ha chiarito che si trattava di pessimismo fuori luogo. Decisamente evidente la forbice tecnica fra le due squadre, fattore che ha indirizzato la partita quasi del tutto a senso unico anche se il Bari, per quanto gli è stato concesso, non ha mai rinunciato ad alzare la testa e organizzare una manovra nella quale Sibilli (super parata successiva di Maignan) e Dorval hanno messo ansia al fianco destro del Diavolo. Del Bari del primo tempo, però, non ci sono state altre tracce concrete e il Milan ha provato, senza riuscirci, a chiudere la pratica nel primo round. 

modulo ibrido

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Leao ha messo subito in discesa la partita (14’, per poi cedere il posto a Gimenez tre minuti dopo), poi tutto il resto della produzione si è infranto sui guanti di Cerofolini, è scivolato a pochi passi dal palo o si è infranto sulla traversa (Pulisic). Situazioni degne di nota in termini tattici: così come in diverse occasioni lungo il precampionato, il sistema di gioco è stato un ibrido tra difesa a tre e a quattro, a seconda della posizione di Tomori e degli arretramenti di Estupinan e Saelemaekers. Situazioni non casuali, c’è dietro del lavoro, che ha pure dato i suoi frutti: Tomori, in questo contesto, è il terzo a destra a cui Allegri chiede di allargarsi molto e, nel caso, di sganciarsi. Il gol di Leao è nato così: Fik si è spinto in fascia fino alla trequarti e ha scodellato per la testa di Rafa. Due primizie in una – quella non è decisamente la specialità del portoghese - a cui non eravamo abituati. A spiccare è stata anche la grande intensità della mediana, in pressione mediamente feroce sui portatori biancorossi. Certo, occorreranno conferme quando il livello dell’avversario sarà più alto, ma sia Fofana sia Loftus-Cheek – a cui Ricci ha guardato le rispettive spalle - hanno tenuto una linea piuttosto alta, sganciandosi spesso e volentieri. Fofana, per dire, soltanto nei primi 45 è arrivato tre volte al tiro in circostanze invitanti. Situazioni da rivedere: qualche pasticcio di troppo sulla trequarti, al momento del penultimo passaggio, e una quantità eccessiva di cross, scolastici, recapitati da entrambe le fasce. Non la soluzione più indicata, se in mezzo all’area hai Leao e Pulisic.

ovazioni

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All’alba della ripresa il Milan è riuscito in ciò che aveva cercato insistentemente nel primo tempo. Ovvero quel secondo gol per spegnere le ambizioni baresi. Merito della premiata ditta Pulisic-Gimenez, che se la sono svignata sul centro sinistra e hanno confezionato in proprio l’azione che ha portato al raddoppio. Il brivido successivo al minuto numero 66: dentro Musah, ma soprattutto Jashari e Modric. Ovazione a ogni pallone toccato e puro godimento del Meazza quando è andato al tiro liberandosi di Sibili con un doppio dribbling in mezzo fazzoletto di prato. Per tornare a casa soddisfatti, e per essere la prima stagionale, può bastare così.

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