Il problema con l'esterno del City è soprattutto l'ingaggio: guadagna 15 milioni. Valide le piste Sterling, Chiesa e Garnacho che era stato seguito anche in inverno
La Premier toglie e la Premier dà: perché alle cinque della sera, come in un gigantesco romanzo calcistico e moderno, prima ancora che calino le ombre, è già arrivato il momento di rimettersi a giocare, visto che il gioco sembra (ma sembra) si sia fatto duro. Dan Ndoye ha detto yes al Nottingham e il Napoli, che ci ha sperato sino al mattino di un lunedì piovoso, pur senza trovarsi impreparato, ha dovuto ricominciare a riscrivere le mappe: in direzione Manchester (ma sponda City) per capire la fattibilità di Jack Peter Grealish (30 anni a settembre) e poi subito lanciandosi verso Londra per intuire quante possibilità ci sarebbero per arrivare a Sterling (31 anni a dicembre).
A domani
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De Laurentiis e Conte a Ischia, Manna indaffarato al cellulare per risolvere questioni egualmente urgenti, il mare capriccioso che ha bloccato gli aliscafi: però il summit s’è consumato attraverso i cellulari, è stato aggiornato a domani per riflettere su tesi e teorie, su un progetto che viene ritenuto già soddisfacente, che ha bisogno di poco altro: un esterno alto, dalla natura a questo punto anche mutevole, e uno basso, che sarebbe Juanlu Sanchez (22 anni ad agosto), se il Siviglia si accontentasse dei 17 milioni offerti giorni fa e rimasti lì sul tavolo.
Keep calm
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Come si dice nei momenti in cui le acque si agitano, conviene stare calmi, senza farsi prendere dall’agitazione del momento: Ndoye ha portato via un po’ di tempo ma le dinamiche del mercato sono familiari a chi si muove nel calcio e non ha scatenato ansia. Il Napoli ha il piano-B, quello C e volendo si potrebbe pure proiettare verso quello D: gli esterni, allo stato, sono tre - Politano a destra, Lang a sinistra, Neres dove servirebbe - e poi c’è comunque in organico Raspadori che Conte immagina altrove (da seconda punta, semmai anche da mezzala) ma che nel proprio curriculum vitae ha già un bel po’ di praticantato in corsia.
Pole
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Sterling ha il fascino del vissuto e una tendenza storica a giocare proprio dove Conte avrebbe bisogno di un uomo: però al Chelsea, che l’anno scorso l’ha concesso in prestito all’Arsenal, non ha margini di intervento e quindi ci sarà bisogno d’un lavoro laterale per arrivare a trovare un accordo che con i pounds è più complesso. Grealish è diverso, strutturalmente e anche tatticamente, ha caratteristiche che andrebbero comunque fuse con l’idea di calcio di Conte, poi costi ancora più alti, figli di quel passato che un mister 117 milioni può permettersi e che ha un ingaggio da Premier, una quindicina di milioni, che certo non rientra nei parametri di Adl.
Oppure
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A Castel di Sangro si ripartirà all’alba di questo mercoledì che non aggiunge "tensione" in un Napoli che sul mercato è stato prodigo: Conte e Manna perlustrano l’universo calcio e meditano sull’ala che dovrebbe completare l’organico in attacco ma anche sulla possibilità di orientarsi differentemente. Però al mercato è vietato negarsi ipotesi che sembrano impraticabili o difficili: il Napoli ha avuto modo, a gennaio, di avvicinarsi a Garnacho (21), finito ai margini del Manchester United. Le voci di dentro tendono a raffreddare suggestioni ma nel taccuino, sei mesi dopo, il nome è rimasto. Come quello di Federico Chiesa, guarda un po’ pure lui uomo da Premier: al Liverpool ha trovato spazi congestionati, ha giocato poco e non è andato, come Garnacho, neanché in tournée. Però, come dicono dalle parti di Anfield, il mercato è anche last minute.