Il Camerun annuncia: infortunio alla coscia sinistra. Da valutare quante gare di A e Champions salterà
Il sogno americano resta inchiodato nelle pareti dell’anima, però per poterlo vivere e sentirlo anche suo, Frank Zambo Anguissa dovrà aspettare che i compagni realizzino un miracolo tra la semifinale di stasera del Camerun col Congo e l’eventuale finale del 16 con la vincente di Nigeria-Gabon: in questa valle di lacrime ch’è diventata Napoli, tra ferite fisiche e pure psicologiche, in un autunno crepuscolare come non se ne ricordano a memoria d’uomo — e nonostante una classifica invitante assai in campionato, con la possibilità di andare avanti pure in Champions — Anguissa andrà ad accomodarsi sul divano di casa sua a Posillipo, prima di dirigersi verso Pineta Grande per gli esami strumentali. In sintesi, quel che gli è successo in nazionale si chiama problema muscolare, lesione alla coscia sinistra come hanno anticipato dal Camerun. Informazioni che possono essere decodificate oggi con la risonanza, al Napoli pregano e non si sbilanciano: aspettano che Anguissa, rientrato ieri sera dal Marocco, dove avrebbe dovuto giocare con la sua nazionale, possa procedere con il protocollo invocando gli dei del calcio, dopo che la federazione del Camerun ha offerto la prima lettura sull’episodio: "Lesione muscolare alla coscia sinistra". I colloqui telefonici non bastano per azzardare diagnosi e la speranza, l’unica zattera sulla quale adagiarsi sta nella prudenza del calciatore, nella sua capacità di avvertire in tempo i segnali di quel fisico che a un certo punto s’è messo a cigolare e l’ha costretto ad abbandonare il Camerun, a mettere in contatto i medici del Camerun con quelli del Napoli, e a convincersi senza mai opporsi che sarebbe stato utile restare a guardarsi la partita.
determinante
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Anguissa è stato il salvagente di questo avvio di stagione del Napoli, ci ha messo tanto di sé in queste undici giornate di campionato, ha lottato e corso per quindici partite su quindici, non ne ha saltato una, non si è risparmiato, ha rinunciato solo agli ultimi 19’ di Manchester e ai primi 58’ contro il Pisa, ha segnato e anche tanto (quattro gol), ha risolto brutalmente lui la pratica contro il Cagliari al 95’, ha contribuito a battere il Genoa, s’è sbarazzato della difesa dell’Inter con una percussione da urlo e a Lecce, nel pantano di uno 0-0 perfido, ci ha messo le trecce per sfuggire ad una crisetta che sarebbe comparsa poi: un attaccante aggiunto e soprattutto l’incontrista che non ha eguali in organico e che non può essere cercato, non ora, non subito.
calendario
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Anguissa vuole capire almeno quanto il Napoli cosa sarà di lui, consapevole di essere proiettato poi in un frullatore che dal 18 dicembre lo porterà — dovrebbe a questo punto — di nuovo in Nazionale, stavolta per la fase finale della Coppa d’Africa, e che gli sottrarrà non poche partite di campionato, sicuramente la Supercoppa di Ryad e anche un paio di appuntamenti della Champions, che tra la fine del 2025 (il 20, a cinque giorni da Natale) ha in calendario la trasferta in Danimarca, a Copenaghen, e che invece a fine gennaio (il 28) prevede la supersfida al Maradona con il Chelsea. Ma questi sono discorsi successivi all’appuntamento più importante, quello che l’attende al Pineta Grande Hospital, dove Anguissa andrà con i medici del Napoli dopo aver intuito che non era ormai il caso di insistere, di riprovarci, di forzare: i muscoli gli hanno suggerito di fermarsi e il mediano l’ha fatto subito. Che possa essere stato sufficiente a non rendere preoccupante la situazione, è un’ipotesi impercorribile pure con la fantasia: c’è la scienza che parla, altrimenti saremmo nella fantascienza.











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