Affitti brevi, estensione dell'iperammortamento, dividendi, l'ampliamento esenzione dell'Isee sulla prima casa, e misure per favorire l'emersione dell'oro da investimenti. Parte da qui il lavoro di ulteriore definizione della manovra. Il vertice di maggioranza mette nero su bianco i temi delle battaglie comuni: quelli su cui prosegue "il lavoro sugli aggiustamenti". E serra i ranghi proprio mentre iniziano ad emergere i primi distinguo tra il blitz della Lega sul canone Rai, che indispettisce Forza Italia, e la contesa sui condoni tra FdI e Lega. Ma il Mef frena fughe in avanti: "Nessuna modifica alla manovra", spiega con un riferimento che certamente riguarda la tenuta dei conti prevista dalla Legge di Bilancio.
Per serrare i ranghi e garantire uno svolgimento ordinato dei lavori in Senato, la premier Giorgia Meloni riunisce la maggioranza a Palazzo Chigi. Partecipano i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Nm Maurizio Lupi, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo e i capigruppo di maggioranza. Un confronto di circa due ore, che Palazzo Chigi definisce "proficuo e costruttivo". E cui, per chiudere il cerchio, seguirà un altro appuntamento "conclusivo", già fissato per la prossima settimana, "alla luce delle proposte emerse e su cui il governo sta proseguendo l'attività di approfondimento".
Tra le ipotesi emerse durante il confronto, che consente di tracciare una prima linea su quello che sarà passibile di aggiustamenti, c'è un eventuale ulteriore aumento dell'Irap (di 0,5 punti ma solo per i big) su cui preme la Lega. Certo che se dovesse concretizzarsi con l'emendamento del leghista Gusmeroli avrebbe un impatto sul 90% degli istituti. L'ipotesi invece vorrebbe salvaguardare le banche medio-piccole.
Praticamente certa invece una riduzione della cedolare secca sugli affitti brevi al 21%: l'ipotesi sul tappeto è quella di applicarle l'aliquota ridotta fino a tre immobili. Il percorso della legge di bilancio in Parlamento certo è appena iniziato. I partiti sono reduci dal lavoro di scrematura dei segnalati. Ma tra i senatori c'è già chi rumoreggia e scalpita. Forza Italia fa sapere di aver indicato più emendamenti di quelli assegnati (70 rispetto ai 39 previsti) perché "per noi conta il confronto reale che avverrà in Commissione", spiega il capogruppo in Senato Maurizio Gasparri. E visto che il regolamento del Senato mantiene di fatto in vita tutte le proposte, c'è già chi minaccia di sfoderare l'arma di mettere tutto in votazione.
Tra i segnalati spuntano la proposta di FdI di ampliare la detassazione dei contratti, quelle della Lega per un Piano casa con 877 milioni di risorse e per dare tre mesi in più alle imprese per l'iperammortamento. Da Forza Italia arriva la proposta di proroga al 2028 del bonus casa, ma anche alcuni emendamenti destinati a far discutere. A partire dalla riduzione delle sanzioni per mancato o ritardato pagamento dei contributi per i lavoratori: proposta del senatore Claudio Lotito, che firma da solo 13 proposte (30 insieme ad altri). Immediata l'ira delle opposizioni: incentiva il lavoro nero, dice il Pd; un regalo alle imprese che usano il lavoro irregolare, aggiunge Iv.
Lotito propone poi di cancellare il divieto alle pubblicità indiretta di scommesse o gioco d'azzardo e di introdurre una stretta sulla partecipazione dei fondi nelle squadre di calcio. Fi segnala anche la tassa sull'oro, proposta che accomuna gli azzurri alla Lega, insieme ai ristori per gli ex azionisti della Popolare di Bari.
Fi e Lega si dividono invece sul blitz del partito di via Bellerio per ridurre da 90 a 70 euro il canone Rai. Il partito di Salvini lo inserisce a sorpresa alla fine di un emendamento riformulato (già alla sua terza versione) e che richiederà una correzione, visto che si fa riferimento a comma abrogato.
Immediato il niet di Forza Italia. Non è in linea con la direttiva Ue sulla libertà dei media, avverte Gasparri. Un altro screzio tra alleati si consuma sui condoni. Fratelli d'Italia ne propone quattro, ma per il leader della Lega Matteo Salvini la soluzione è un'altra: 6 mesi di tempo alle pubbliche amministrazioni, prima di far scattare il silenzio-assenso. Il partito della premier insiste infine sulle riserve auree della Banca d'Italia, trovando un alleato nel senatore leghista e relatore della manovra Claudio Borghi. Non c'è nessuna volontà di vendere l'oro, si affretta a puntualizzare il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan: "E' importante stabilire chi è il proprietario, cioè il popolo italiano attraverso lo Stato".
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