Matteo Materazzi lotta contro la Sla: "Non muove più le gambe". La moglie lancia una raccolta fondi

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Il fratello di Marco, professione agente, sta lottando dal settembre scorso contro la malattia: raccolti circa 25mila euro in un'ora. La moglie ha reso nota la sua situazione su Gofoundme

31 luglio 2025 (modifica alle 18:13) - MILANO

Dramma in casa Materazzi. Matteo, fratello di Marco e figlio di Beppe - ex allenatore di Bari, Lazio, Piacenza, Brescia, Padova e altri club - sta lottando contro la Sla. A rendere nota la notizia è stata la moglie Maura, che ha raccontato la storia di Matteo in occasione del lancio della raccolta fondi aperta per sostenere le cure su Gofoundme. Nella prima ora sono stati raccolti circa 25mila euro da più di 120 donatori, anonimi e non. 

il racconto

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Questa la ricostruzione della moglie: "Sono Maura, la moglie di Matteo un papà di due splendidi ragazzi di 16 e 19 anni. Matteo ha 49 anni e nel settembre 2024 gli è stata diagnosticata una rara mutazione di SLA. La sua storia inizia a marzo 2024, quando pensando di avere un problema alla schiena comincia a zoppicare trascinando un po’ il piede sinistro. In poco tempo perde molto peso e fa sempre più fatica a camminare. Iniziamo a fare mille esami, dai quali però non risulta nulla". Matteo ha perso l'uso delle gambe: "Ad agosto comincia a cadere frequentemente, la sua camminata diventa robotica, ogni passo è una fatica immane, così riusciamo a ottenere un appuntamento al centro Nemo di Roma col Proff. Sabatelli. Il 4 settembre riceviamo l’amara sentenza. In pochi mesi Matteo, per la precisione a fine dicembre, finisce in carrozzina perdendo velocemente l’uso delle gambe. Nemmeno le braccia funzionano più, muove solo un pochino le mani. La malattia sta avanzando molto velocemente e ha da poco preso anche la parte respiratoria".

la raccolta fondi

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Ha continuato la moglie: "L'obiettivo  creare una terapia ASO personalizzata per la mutazione di Matteo (TDP-43). Ha già funzionato su alcune rare mutazioni di SLA, come la SOD1 e la FUS, solo che la mutazione di Matteo ha una difficoltà in più: la proteina che si accumula nelle sue cellule neuronali e che le intossica, facendole morire, è anche funzionale alla cellula stessa. Per questo motivo creare una terapia antisenso per Matteo è ancora più difficile.Abbiamo contattato la Columbia University di New York e il Dott. Shneider, pioniere di questa terapia, ma per creare degli ASO adatti a Matteo e a tutti quelli che hanno la stessa mutazione nella stessa variante servono 1 milione e mezzo di dollari, che ovviamente non abbiamo. Solo col vostro aiuto possiamo sperare di raggiungere queste cifre e magari salvare la vita non solo di Matteo, ma tutti quelli che vivono la sua condizione". Tra i donatori, al momento, Gaia Lucariello - moglie di Simone Inzaghi -, l'agente Edoardo Crnjar e Arianna Rapaccioni, moglie di Sinisa Mihajlovic. 

La Gazzetta dello Sport

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