Scopriamo come funzionano le nuove iniezioni della famosa molecola naturalmente presente nell'organismo
Aurora Boccuni
14 ottobre - 18:07 - MILANO
In una società che richiede sempre di più alte prestazioni e perfezionismo ai massimi livelli, tutti facciamo fatica ad accettare che qualcosa vada storto. Specialmente se, per quello che riguarda gli uomini, a non rigare dritto è proprio l'organo maschile, per la maggior parte simbolo per eccellenza di virilità. L'anomala curvatura dell'asta del pene ha un nome: malattia di Peyronie, dal nome del chirurgo francese che per primo la descrisse nel 1743, oggi nota anche come IPP, induratio penis plastica. Non è una nuova patologia, ma per capire esattamente l'incidenza non ci sono dati certi, visto che per la maggioranza degli uomini l'argomento resta di estrema riservatezza, a un tale punto di imbarazzo da non parlarne neanche con il medico di base. Se poi si considera che non ci sono centri specializzati, alla fine non si sa bene dove andare a parare. Recenti studi hanno comunque rilevato un po' di numeri. Secondo ricerche internazionali la malattia riguarda tra lo 0,7% e l'11% della popolazione maschile adulta con un picco nella fascia 50-70 anni, anche se la sindrome può manifestarsi in pazienti decisamente più giovani, mentre uno studio italiano ha stimato che da noi ne soffre il 7,1% degli uomini tra i 50 e i 70 anni.
cause della curvatura patologica del pene
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"La malattia di La Peyronie è cronica, perché se non presa nella fase iniziale comporta una definitiva modifica della forma dell'organo", informa il dottor Luca Boeri, urologo e andrologo presso la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. "È una patologia fibrotica che nella fase infiammatoria comporta la perdita di elasticità in una determinata zona o lungo l'intera asta a causa della formazione di placche sul rivestimento dei corpi cavernosi", continua il dottor Boeri. "Tra i fattori di rischio ci sono fattori genetici, traumi sportivi, ma anche diabete mellito, ipertensione arteriosa, patologie autoimmuni, forme allergiche, abitudine al tabagismo e prostatectomia".
Impatto sulle emozioni
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"Questa sindrome non va sottovalutata, perché è invalidante sia sul piano personale sia sul fronte della relazione di coppia", interviene la dottoressa Sabina Fasoli, psicoterapeuta, sessuologa clinica e consulente di coppia, "perché l'immagine compromessa della propria virilità, sommata al dolore durante i rapporti, suscita emozioni negative come frustrazione, isolamento, depressione e rabbia sociale".
intervento rapido
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È molto importante prendere provvedimenti al più presto, nella fase infiammatoria, che dura dai tre ai 12 mesi, perché in quella successiva la deformità diventa strutturale e non si può più correggere. "La valutazione avviene attraverso ecografie e autoscatti con il pene in erezione per calcolare con il goniometro i gradi di curvatura", informa il professor Andrea Salonia, professore ordinario di urologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. "Sulla base di calcoli matematici, si valuta insieme al medico un approccio multimodale: l'operazione non è mai la scelta d'elezione, perché potrebbe verificarsi un impoverimento della qualità dell'erezione, mentre si sono rivelati utili farmaci come gli antinfiammatori e vacuum device che favoriscono lo stretching meccanico facendo fare una sorta di ginnastica al pene flaccido e in erezione", continua il professor Salonia. Attenzione, invece, a non illudersi sugli effetti miracolosi di fantomatici prodotti non certificati a livello europeo, come attraenti integratori che si trovano su siti internet.

acido ialuronico come rimedio CHIMICO
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"La nuova frontiera per opporsi alla malattia di La Peyronie è iniettare al più presto e direttamente sulla placca fibrosa l'acido ialuronico altamente purificato che, per merito delle sue proprietà antiossidanti e antifibrotiche, è in grado di prevenire l'evoluzione cicatriziale che causa la deformità dell'organo", assicura il dottor Andrea Giori, Head of Preclinical & Clinical Research IBSA, azienda leader nella produzione di acido ialuronico. "Basta fare un'iniezione alla settimana per 10-12 settimane per ridurre anche del 10% la deformità causata dal processo infiammatorio, a patto di intervenire nella fase iniziale quando si può contrastare la curvatura perché non è ancora diventata irreversibile".