Lancia frecciate all'Inter, ce l'ha persino con Anguissa: dietro il nervosismo di Conte

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Lo scontro con Lautaro, le frecciate a Marotta anche dopo Lecce, le parolacce persino al suo miglior uomo: il Napoli è in testa, ma Antonio continua a combattere contro tutti

Antonio Giordano

Collaboratore

29 ottobre - 15:00 - MILANO

C’è chi viaggia a corn flakes e chi ha bisogno d’adrenalina, chi procede con le diete a basso contenuto proteico e chi invece si ciba di alta tensione: e poi, fosse vivo Giulio Andreotti, c’è pure chi ha ribaltato il Sacro Graal della politica (forse del calcio, vai a capire se pure della vita) dimostrando che il potere logora chi non ce l’ha, ma pure chi ce l’ha. Girellando per campi di calcio da un bel po’, Antonio Conte ha vinto tanto da calciatore e sta facendo altrettanto da allenatore ma in questo personalissimo tour (quasi) eternamente a braccia alzate, ancor prima che il traguardo gli entri nel cono visivo, la natura gli suggerisce di non indietreggiare manco per un nano-secondo, anzi di insistere e resistere in una strategia dialettica che gli appartiene oggi come ieri e, sicuramente, come domani. 

stress e parolacce

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Il linguaggio del corpo d’Antonio Conte non ha bisogno di traduzioni perché in maniera esplicita l’allenatore usa poi il proprio vocabolario perché arrivi dritto al cuore (o anche più giù) della questione: sabato sera, mentre si preparava a spazzolare l’Inter dai propri pensieri, con Lautaro Martinez c’è stato uno scambio assai accesso di complimenti avviato dal "cagon" dell’argentino allusivamente sorridente e stroncato senza giri di parole dal "ridi in faccia a sto..." del suo ex allenatore, con cui in passato non ci furono tante tenerezze. Nel pacchetto Conte c’è di tutto, compreso adesso questa interpretazione da "uomo sull’orlo della crisi di nervi", nonostante il primo posto, nonostante si sia sbarazzato prima dell’Inter e poi dell’insidia Lecce per curare la sanguinosa ferita di Eindhoven: lo stress è stress, non conosce apparentamenti o amicizia e dentro i 90' qua non si fanno sconti a nessuno, neppure a Frank Anguissa, una specie di Re Mida, che quando tocca il pallone trasforma in oro le sofferenze del Napoli ma se ne sbaglia uno avverte ringhiare il proprio tecnico. "Che passaggio di me..." e deve placarlo con "calma, calma". 

i sassi e le scarpe

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Conte ha bisogno mourinhanamente del rumore dei nemici, e se non ci sono e bisogna inventarseli non gli costa fatica ma se ci sono e bisogna affrontarli (o affondarli? tanto di guadagnato. Beppe Marotta non deve stargli più tanto simpatico e dopo la partita con l’Inter ha voluto punzecchiarlo sulle strategie di comunicazione del suo ex manager intanto divenuto presidente ("non ho mai chiesto ai miei dirigenti di farmi da papà") e poi a Lecce c’è tornato, con uno di quei messaggini subliminali (subliminali?) che mirano ad alimentare la sfida di elettrodi. "I presidenti pensano di dare gli indirizzi ma qui non siamo scemi". Attenzione, caduta sassi (tirati fuori dalle scarpe).

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