La cometa aliena 3I/Atlas fra le grandi scoperte astronomiche del 2025

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La cometa 3I/Atlas, il terzo oggetto interstellare finora noto ad attraversare il Sistema Solare è una delle principali scoperte del 2025. Individuata il primo luglio, la cometa è stata oggetto di una campagna di osservazione senza precedenti, rileva il sito Space.com. La Nasa, per esempio, ha inseguito il nuovo intruso del Sistema Solare con ogni mezzo a disposizione: dalle sonde impegnate a studiare il Sole ai rover su Marte, dai telescopi spaziali a quelli basati a Terra. Tra le numerose immagini, la più ravvicinata è stata ottenuta dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter che si trova nell'orbita di Marte, quando all'inizio di ottobre la cometa è passata a soli 30 milioni di chilometri dal pianeta rosso.

Una classe di oggetti cosmici completamente nuova potrebbe invece nascondersi dietro i misteriosi puntini rossi che il telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese, ha individuato nell'universo primordiale: secondo uno studio pubblicato a settembre potrebbero, infatti, essere degli ibridi tra stelle e buchi neri, gigantesche sfere di gas caldo così dense da assomigliare a stelle, ma alimentate da buchi neri supermassicci che divorano materia ed emettono luce. Se così fosse, questi oggetti potrebbero rappresentare l'anello mancante nella formazione dei giganteschi buchi neri che vediamo oggi al centro delle galassie.

Un altro momento fondamentale dell'anno è stata la pubblicazione, a marzo, dei dati dei primi 3 anni di osservazioni del Dark Energy Spectroscopic Instrument (Desi). I risultati infittiscono il mistero intorno all'energia oscura, poiché sembrano suggerire che quest'ultima, che è responsabile dell'accelerazione dell'espansione dell'universo, si stia indebolendo: una contraddizione con l'idea secondo la quale l'energia oscura sia una costante cosmologica, dunque immutabile.

A settembre è stata poi annunciata dalla Nasa la scoperta, grazie al rover Perseverance, di una potenziale impronta di vita microbica su Marte. Gli indizi riguardano alcuni particolari minerali individuati in campioni di rocce, che potrebbero essere frutto di processi biologici generati da forme di vita passata. Si è molto parlato di 'biofirme' anche per quanto riguarda l'esopianeta K2-18b, ma gli annunci iniziali fatti ad aprile sono poi stati molto ridimensionati, poiché potrebbe trattarsi solo di rumore statistico.

Il 2025 ha visto anche ampliarsi il catalogo degli esopianeti in orbita attorno alle stelle più vicine. A marzo è stata confermata la presenza di 4 mondi alieni intorno alla stella di Barnard, anche se nessuno nella zona abitabile, mentre in agosto il Jwst ha prodotto la prova più convincente finora dell'esistenza di un pianeta intorno ad Alpha Centauri A, probabilmente un gigante gassoso simile a Saturno.

Nuove simulazioni hanno, inoltre, riaperto il destino della Via Lattea: la nostra galassia potrebbe avere il 50% di possibilità di evitare la collisione con la sua vicina, Andromeda, almeno per i prossimi 8 miliardi di anni. A decidere le sorti di queste due galassie saranno le interazioni con le altre grandi galassie dell'universo locale, che potrebbero modificarne la direzione in misura sufficiente da sfuggire alla fusione.

L'anno ha poi assistito all'osservazione di uno dei dieci più grandi buchi neri mai visti, forse il più grande in assoluto: ha una massa che equivale a 36 miliardi di volte quella del nostro Sole ed è stato individuato a 5 miliardi di anni luce dalla Terra, al centro della 'galassia a ferro di cavallo'. Per avere un termine di paragone, il buco al centro della nostra galassia ha una massa di 4,15 milioni di volte quella del Sole.

Infine, completano l'ottetto le prime spettacolari immagini ottenute dall'osservatorio americano Vera Rubin, che ha iniziato quest'anno la sua attività. Grazie alla fotocamera astronomica più grande mai costruita, in grado di coprire un'area del cielo grande come 45 volte la luna piena, il telescopio ha inaugurato l’era dell’astrocinematografia.

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