Ipotesi referendum in due giorni, ma la data potrebbe slittare

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   La data in cui avverrà resta, al momento, un' incognita ma gli italiani avranno due giorni per esprimere il proprio voto al referendum sulla riforma della giustizia. Al netto di imprevisti dell'ultimo momento, nelle prossime ore dovrebbe approdare al Consiglio dei Ministri il decreto che fissa in domenica e lunedì l'apertura dei seggi sul quesito relativo alla separazione delle carriere dei magistrati.

    Il provvedimento, che riguarderà tutte le tornate elettorali del prossimo anno, si è reso necessario in quanto la legge attualmente in vigore stabilisce che le operazioni di voto per i referendum avvengano nella sola giornata di domenica.

    L'iniziativa dell'Esecutivo rappresenta il passo prodromico alla fissazione della data che potrebbe essere deliberata nell'ultimo Cdm dell'anno, il 29 dicembre. La parola poi passerà al Quirinale che dovrà indire formalmente il referendum che - conti alla mano - dovrebbe svolgersi nella seconda metà di marzo.

    Una roadmap che, però, potrebbe slittare - scombussolando i piani del Governo - per l'iniziativa di 15 cittadini che il 19 dicembre hanno depositato presso la cancelleria della corte di Cassazione un nuovo quesito relativo sulla riforma annunciando la volontà di raccogliere le 500 mila firme necessarie.

    I firmatari - ex magistrati, avvocati, un medico e alcuni docenti - lanciano un appello ai comitati del No, quello delle toghe e quello della società civile, per chiedere un sostegno nella raccolta delle sottoscrizioni. Il quesito posto all'attenzione dei Supremi giudici si differenzia da quello che ha già ottenuto il via libera il 18 novembre scorso in quanto vengono elencate tutte le modifiche al dettato costituzionale.

    "Siamo consapevoli che il referendum è stato già dichiarato ammissibile - affermano i promotori - ma, poiché la Costituzione lo consente, abbiamo ritenuto di promuovere un'ulteriore richiesta di iniziativa popolare, per sollecitare la partecipazione consapevole del più ampio numero di cittadini e per sviluppare con i tempi necessari la campagna referendaria, formulando un quesito parzialmente diverso da quello suggerito da altri richiedenti". L'obiettivo dei 15 è "di collaborare con tutti i Comitati per il NO che si sono sinora formati e con tutte le organizzazioni della società civile mobilitata per la difesa della Costituzione: li invitiamo ad unirsi a noi nello sforzo da compiere per la raccolta delle firme necessarie con l'obiettivo di costruire una fruttuosa campagna referendaria".   

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