Aiuti civili e armi, Lega in pressing per modificare il decreto

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   La trattativa tra i partiti del centrodestra sull'invio di armi all'Ucraina è ancora aperta. E dominata dal braccio di ferro con la Lega che continua il suo pressing perché il decreto ad hoc non abbia solo equipaggiamenti militari, ma anche e soprattutto sostegni per i civili. Matteo Salvini è categorico: "Nei prossimi giorni" il provvedimento sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri e "su richiesta della Lega, non sarà un semplice decreto sulle armi.

    Si parlerà di difesa del popolo ucraino, di logistica. Quindi non più solo di offesa e attacco". Il vicepremier leghista conferma in tv i paletti imprescindibili per il suo partito. In primis, l'apertura esplicita all'invio di materiali di carattere civile e umanitario come gruppi elettrogeni e generatori che possano controbilanciare le armi spedite finora a Kiev.

    Parola d'ordine è quindi "discontinuità" rispetto al passato. Lo dice chiaramente Claudio Borghi, il senatore che segue il dossier per il Carroccio. Borghi spiega che si sta ancora lavorando sul testo del decreto. L'ultima finestra utile per il Cdm è quella del 29 dicembre. La Lega insiste perché il provvedimento non sia una fotocopia di quelli partoriti finora, ma aggiunga parole inequivocabili sugli aiuti civili e sulle armi difensive, come sistemi antiaerei ed equipaggiamenti mirati alla difesa piuttosto che all'attacco di Mosca.

    Tra i meloniani prevale la convinzione che comunque un'intesa si troverà, specie dopo la garanzia data dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano nei giorni scorsi perché nel decreto non manchi il riferimento agli aiuti civili. Più scettico sul senso della svolta resta il ministro della Difesa, Guido Crosetto, convinto che distinguere tra armi offensive e difensive non serva a molto. Più conciliante invece Forza Italia, anche se Antonio Tajani non smette di precisare che il pacchetto comprenderà altri armamenti. "Vedremo il testo quale sarà, ma si parla prevalentemente di aiuti civili", dice il leader azzurro e ministro degli Esteri in un'intervista alla Stampa. "Se la Lega vuole che si insista molto sull'aspetto degli aiuti civili bene - prosegue il titolare della Farnesina - noi siamo d'accordo. 'Prevalentemente', però, non esclude di inviare anche aiuti militari, che può significare anche equipaggiamento". Il ministro fa inoltre riferimento al fatto che "Putin ha colpito le centrali idroelettriche, dove nasce l'energia anche per la popolazione". E anche su questo - aggiunge - vogliamo lavorare".

    Per superare le differenze nella maggioranza, il fattore tempo potrebbe aiutare. Da qui la sensazione che si possa attendere la fine del mese per il varo delle nuove norme.

    Un'eventualità che non sarebbe uno smacco per il governo, bensì un escamotage per posticipare la deadline per la conversione in legge (60 giorni dall'ok del Cdm). L'ha fatto intendere Crosetto puntualizzando, su X: il decreto "entra immediatamente in vigore e ci basta che lo sia il primo gennaio. Farlo più tardi possibile è solo un modo per avere più tempo per la conversione". 

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