Il vero limite degli atleti estremi non è la mente, ma il metabolismo

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Non è (solo) una questione di allenamento: uno studio spiega perché la biologia fissa un confine invalicabile anche nei super atleti

Eugenio Spagnuolo

12 novembre - 15:41 - MILANO

Ultramaratone di 250 chilometri, scalate estreme, traversate artiche. Chi affronta simili imprese sfida distanze spaventose e condizioni ostili, eppure il loro nemico più ostico potrebbe essere invisibile: il tetto metabolico del proprio corpo. Uno studio pubblicato su Current Biology ha seguito per un anno 14 atleti d'élite (10 ultramaratoneti, più altri specialisti di discipline estreme) per capire fino a che punto il corpo umano può bruciare energia quando tutto il resto – allenamento, tempo a disposizione, motivazione – non è un limite. I ricercatori guidati dall'antropologo biologico Drew Best del Massachusetts College of Liberal Arts hanno usato acqua marcata con isotopi stabili di idrogeno e ossigeno: bevuta dagli atleti e poi misurata nelle urine, insieme ai dati di allenamento, ha permesso di calcolare quanta anidride carbonica producessero e, di conseguenza, quanta energia consumassero. Gli ultramaratoneti del gruppo hanno corso in media 6.500 chilometri durante lo studio. "Questi atleti si rivelano un esperimento naturale" spiega Best. "Quali sono i limiti ultimi della performance fisica umana quando i fattori che limitano la maggior parte di noi vengono rimossi?". 

metabolismo

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I risultati mostrano che nel breve periodo gli atleti raggiungono picchi incredibili, fino a sette volte il metabolismo basale. Ma più la durata si allunga, più questo limite scende. A una settimana la media del gruppo era 3,75 volte il metabolismo a riposo, a 12 settimane scendeva a 2,57, a 30 settimane arrivava a 2,43 (circa 4.085 calorie al giorno), e a un anno si attestava a 2,39. Quando i ricercatori hanno analizzato come gli ultramaratoneti distribuivano l'energia, hanno scoperto qualcosa di sorprendente: nelle settimane leggere, con 17 chilometri al giorno, bruciavano circa 920 calorie extra oltre a quelle per correre, per attività quotidiane e processi fisiologici. Durante le gare, a 118 chilometri al giorno, questa spesa extra spariva del tutto. Praticamente ogni caloria sopra il metabolismo basale andava alla corsa. Il corpo sembra spegnere altre funzioni quando le richieste dell'esercizio diventano estreme: studi precedenti hanno documentato anche cali di testosterone durante ultramaratone, a indicare che l'organismo riduce i processi riproduttivi quando l'energia scarseggia. Il tetto metabolico dipende da più colli di bottiglia: l'intestino può assorbire nutrienti solo fino a un certo punto, anche quando si mangiano migliaia di calorie. 

Possibili eccezioni

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Le eccezioni naturalmente ci sono. L'australiano Pat Farmer nel 1999 corse 14.964 chilometri in 195 giorni, con misurazioni che mostravano un consumo di quasi quattro volte il metabolismo a riposo, il 57 per cento sopra il tetto previsto. Il francese Serge Girard percorse 27.011 chilometri in un anno: si stima abbia sostenuto 4,23 volte il metabolismo basale, il 69 per cento sopra il limite proposto. Ma queste stime si basano su assunzioni e senza misurazioni scientifiche resta incerto se abbiano davvero superato il tetto. Best in ogni caso ammette che "Gli outlier probabilmente esistono. Ma dubito che la maggioranza delle persone operi sostanzialmente sopra quel limite". 

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