Il Tre: "in 'Anima nera' canto la paura e i modi per uscirne"

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Il rapper romano torna con un nuovo album in cui esce dalla comfort zone per raccontare fragilità e timori. "Non sono un ‘supereroe’ ma voglio far capire che convivo con il timore che tutto questo possa svanire da un momento all’altro". E su Sanremo ammette: "E' come la Champions League, ci tornerei col pezzo giusto"

Un viaggio dentro sé stessi, tra paure, contraddizioni e fragilità. A firmarlo è Il Tre, che torna con ‘Anima nera’, il suo lavoro più personale, in cui racconta la crescita e la consapevolezza di chi ha imparato ad accettare le proprie ombre per ritrovare la luce. “In questo album parlo molto della paura ma anche dei modi per uscirne - dice l’artista 28enne, al secolo Guido Luigi Senia -. Raccontare fragilità e timori è qualcosa che porto avanti da sempre. Molti ragazzi che mi seguono mi vedono come un ‘supereroe’, ma io voglio far capire che sto dall’altra parte, che convivo con il timore che tutto questo possa svanire da un momento all’altro. Mostrare la mia parte fragile crea un legame vero con le persone e le avvicina a me”.

Il disco, in uscita il 7 novembre prossimo per Warner Music Italy/Warner Records, è il suo terzo album in studio e segna il punto di svolta di un percorso che si fa adulto e più introspettivo. “Sono molto legato ai dischi più che ai singoli - confessa -. Mi piace costruire un mondo, un immaginario, lasciare che le persone vivano un viaggio con me. Questo progetto per me è importante proprio perché è una storia completa”. L’ambientazione visiva dell’album è connessa all’idea di anima nera. “Abbiamo girato tutti i contenuti in Texas, ad Austin - racconta Il Tre -. Il disco precedente l’avevamo ambientato in Islanda perché era freddo e distaccato; questo, invece, è più solare, pur avendo le sue ombre. È un passo avanti anche nel mio immaginario, che da sempre è molto americano, nei vestiti, nelle immagini, nei video”.

Dopo i successi di ‘Ali’ e ‘Invisibili’ e la consacrazione sanremese con ‘Fragili’ (disco di Platino e oltre 31 milioni di streaming su Spotify), Il Tre torna con un lavoro che non ha paura di sporcarsi le mani. “Sanremo è un ricordo che porto con gioia - spiega -. Mi sono sentito all’altezza di quel palco. Per molti ero uno sconosciuto che fa musica a caso, ma io so che faccio musica da dieci anni e mi sono meritato quel posto. È stato un modo per allontanare i pregiudizi. Tornerei a Sanremo se avessi il pezzo giusto. Per un artista Sanremo è come la Champions League per un calciatore”. Il rapper romano, oggi più che mai in veste di cantautore, trova una nuova maturità nel suono e nelle parole. C’è il rap che l’ha fatto conoscere ma anche melodia e introspezione: un’anima rap con il cuore di un autore. Undici tracce che oscillano tra rabbia e rinascita, buio e luce. “Questo album è meno rap, ci sono sfumature di questo ma poco rap puro - ammette -. Ho sempre sentito la necessità di evolvermi e sperimentare. Vengo dall’Hip-hop e sono grato di avere una fanbase che cammina al mio passo. Esco dalla comfort zone perché voglio spingermi oltre”

Il disco si apre con ‘Noveunouno’ un brano diretto e personale, in cui Il Tre affronta la paura del giudizio e la pressione che segue il successo per poi scivolare nella vulnerabilità di ‘Paura di me’, già singolo di grande successo. La title track è il centro pulsante dell’album: accettarsi, imparare a piacersi, convivere con le proprie ombre. “E’ il pezzo che mi rappresenta di più - riflette Il Tre - per sonorità e testo. È la consapevolezza che anche nelle anime più luminose esiste una camera oscura". Brani come ‘Litorale’ e ‘Via Marina’ mostrano un lato più dolce e riflessivo. In ‘Sui bordi’ e ‘Felpa Xl’ Il Tre torna più diretto, tra relazioni tossiche di cui liberarsi e un invito a liberarsi del giudizio altrui, mentre ‘Francesca’ “scritta con la band, come se fosse caduta dal cielo” chiude un cerchio importante della sua vita: “Il rispetto verso le donne, e prima di tutto verso mia madre, per me è fondamentale. Non giudico la musica degli altri: io racconto il mondo da cui vengo”.

Il finale, con la ballata ‘T’immagino’ affronta il tema della genitorialità come metafora di futuro. “Scrivendo canzoni tocchi tanti argomenti – spiega -. In uno dei brani ho pensato alla genitorialità, al rapporto padre-figlio, e mi sono chiesto come potrei essere io da padre. Se mio figlio potrebbe avere ‘la guerra in testa’, i tormenti che ho avuto io. Quelle cose che però mi hanno portato fin qui”. ‘Anima nera’ esprime la consapevolezza dell’autore, che parla alla sua generazione senza fermarsi ai confini del rap. E’ coraggioso, ammettere la paura e la affronta con la musica: “Alle superiori vedevo la psicologa del mio liceo, mi ha aiutato molto - sottolinea -. Poi ho capito che la mia rabbia e il mio dolore dovevano finire sulla carta. Il mio psicologo oggi è il mio foglio”. E mentre il nuovo album arriva nei negozi e sulle piattaforme digitali, Il Tre è pronto a far vivere la sua musica sul palco: dal 28 novembre parte dall’Estragon di Bologna il Live Tour 2025, che toccherà Firenze, Padova, Torino, Molfetta, per poi chiudersi con due date speciali al Fabrique di Milano (16 dicembre) e al Palazzo dello Sport di Roma (18 dicembre).

Dei concerti che promettono di celebrare non solo un nuovo capitolo musicale, ma anche un ritorno a casa. “Uno dei ricordi più belli è il mio primo vero concerto al Fabrique, sold out. Una gioia enorme - sottolinea Il Tre -. Quando qualcuno viene ai miei concerti e mi dice che si è ritrovato nelle mie canzoni, mi sento orgoglioso. Significa che mi ha capito davvero". Per il nuovo tour "stiamo preparando uno show scenografico e mi sto allenando tanto sulla voce e sulla resistenza” avverte. Tra i sogni nel cassetto non nasconde di voler collaborare con cantautori italiani come Tiziano Ferro, Fabrizio Moro o Zucchero. “Da Moro ho capito che non si smette mai di imparare”. Tra le cose che teme di più, invece, c’è la paura di non avere più paura. “Se senti paura o ansia, significa che stai facendo qualcosa che vale - osserva -. Ho anche paura di rimanere solo: le persone che ho vicino sono la mia seconda famiglia”. In questo album Il Tre mostra la fragilità, è vero, ma anche uno spiraglio di luce. "È il disco della consapevolezza - ribadisce - la malinconia è ciò che mi porta a scrivere”. (di Federica Mochi)

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