I mancini geniali a sinistra, i "maledetti" a destra: la "violazione della parità", anche nel pallone

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La natura non guarda allo stesso modo queste due direzioni e lo stesso vale anche nel calcio: a destra Burgnich e Bruscolotti, a sinistra Maldini e Gigi Riva, sono rappresentazioni di due universi differenti

Luigi Garlando

Giornalista

23 ottobre 2025 (modifica alle 07:41) - MILANO

Il 18 ottobre si è spento alla non tenerissima età di 103 anni il fisico cinese Yang Chen-Ning che studiò anche con Enrico Fermi e che nel 1957 vinse il Premio Nobel per una teoria particolare, denominata “violazione della parità”. A differenza di quanto si credeva, il fisico cinese dimostrò che la natura non tratta la destra e la sinistra allo stesso modo. Una rivoluzione nel nostro intendere le relazioni fondamentali della natura. Il calcio è un significativo corollario della sua tesi. Quanto sono stati diversi nella storia i terzini destri da quelli sinistri? A destra, i difensori avevano volti imbronciati e soprannomi da bravi manzoniani: Roccia (Burgnich), Palo ‘e fierro (Bruscolotti)… A sinistra, invece, volavano angeli che fluidificavano fino al paradiso di un gol e facevano battere i cuori, perché avevano bellezze da fotoromanzo: Facchetti, Cabrini, Maldini… “Violazione della parità” anche sulle fasce offensive. A destra poeti più o meno maledetti, dalle gambe storte (Garrincha), dalla gallina al guinzaglio (Meroni), dal bicchiere facile (Best)… A sinistra i discendenti di antichi eroi mitologici, con il gol sullo scudo, giganti dalle cosce di quercia, come Gigi Riva “Rombo di tuono” o il nibelungo Kalle Rummenigge. E poi i piedi. Il sinistro è più predisposto a ereditare l’arte dei mancini geniali (Leonardo, Michelangelo, Van Gogh…) e a farsi pennello: da Maradona a Messi a Dybala. Il calcio oggi ama dirsi liquido e cancella la distinzione dei ruoli, ma la “violazione della parità” di Yang Chen-Ning regna ancora: destra e sinistra restano facce opposte del pallone.

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