Gigi Piras, i 70 anni di una bandiera: "Ho i colori del Cagliari sulla mia pelle"

2 ore fa 1

Mister 104 gol, l'erede di Gigi Riva, compie gli anni. E li festeggia con un libro che racconta una vita in rossoblù: "Per stare qui ho detto no anche al Napoli"

Francesco Velluzzi

Giornalista

22 ottobre - 12:22 - MILANO

Dopo Gigi Riva c’è stato Gigi Piras. Il bomber da oltre 100 gol (104) con la maglia rossoblù del Cagliari oggi compie 70 anni. Che festeggia nella sua Selargius, attaccata a Cagliari, presentando il libro “Gigi Piras, una vità in rossoblù”. Perché è stata proprio una vita, cominciata sul campo e che continua oggi sugli spalti: “Perché questi colori sono attaccati alla pelle. E mi piace essere tifoso e vivere ancora di calcio. Domenica ho gioito per la vittoria sul Torino, una squadra forte. Nicola è stato bravo a indovinare i cambi, la squadra ha saputo sfruttare le occasioni. A Nicola bisogna dar tempo, ma mette tanta grinta. Ranieri, al quale sono ancora legato, aveva tutto il pubblico dalla sua parte, Nicola deve ancora conquistarlo”.

carriera

—  

Ma per festeggiare Gigi Piras bisogna riavvolgere il nastro e riprendere a parlare di passato. È stato un pilastro del Cagliari. Solo David Suazo ha raggiunto i 100 gol (102) in rossoblù. Gigi, con Pietro Paolo Virdis, ha raccolto il testimone dell’inarrivabile Riva che il 7 novembre avrebbe compiuto 80 anni. “Quando lui si fece male toccò a me e Pietro che eravamo le giovani promesse”. Piras brindò all’esordio in prima squadra contro la Fiorentina (spedito in campo nella ripresa da Chiappella non ancora ventenne) segnando. Fu un pomeriggio da ricordare, indimenticabile. Da lì partì la scalata di un centravanti silenzioso, anche schivo. Che ha lottato contro il male di sua figlia Ilenia, oggi avvocato e dipendente in banca, standole vicino di continuo con lunghi viaggi a Genova. “Ora sta bene. Ma per lei ho detto no al Napoli. È una cosa che non ho mai raccontato. Era il 1982 e c’era il mercato di novembre, allora. Il presidente Alvaro Amarugi mi aveva venduto, ma io dissi no”. Disse no anche al Genoa qualche anno più tardi. Nel 1985. “Feci le visite mediche, feci tutto, ma chiesi troppi soldi e tornai indietro. Rimasi 5 mesi ad allenarmi da solo. A quel punto il Cagliari di Giagnoni mi richiamò, tornai e feci 8 gol in 14 partite. Ci salvammo in B. Dal 1973 al 1987 Piras ha indossato una sola casacca, quella del Cagliari. Prima era stato una stagione alla Torres, giovanissimo. Poi ha fatto l’allenatore. Al Tempio è arrivato in C, si chiamava C2, ma ha guidato pure il suo Selargius. Oggi cura, insieme ai fratelli e col figlio Fabio, un’azienda di serigrafia. E segue sempre con passione l’amato pallone, il suo Cagliari. “Tomasini, Copparoni, Brugnera e gli altri grandi ex dello scudetto sono sempre i miei splendidi amici. A 17 anni cominciai ad allenarmi con questi grandi campioni nella squadra di Edmondo Fabbri. I Selvaggi, Marchetti, Lamagni, Canestrari, che vivono fuori dall’isola, continuo a sentirli e, quando vengono da noi, li porto da Giacomo dove cenava sempre Gigi Riva per far respirare anche a loro quell’atmosfera magica”. Tanti segreti e aneddoti quel centravanti, che iniziò in campo con Mario Tiddia che non smette mai di ringraziare e con Andrea Arrica dirigente prendendo 30 mila lire al mese, li racconta nel libro scritto con il “compare” Piero Marongiu e la prefazione di Nanni Boi. “Io e Piero siamo stati per un anno e mezzo a raccontarci e mettere a posto tutto. Alla fine ho ceduto a questa idea partita da un amico di Selargius”. Oggi in sala consiliare lo festeggeranno in tanti. Con doni e regali speciali. Uno da Sant’Antioco lo farà commuovere. Perché sarà la testimonianza di tanti tifosi che quel nome lo hanno scandito per anni esaltando il bomber del dopo Riva.

Leggi l’intero articolo