Fratture vertebrali svelano l’impeto passionale dei dinosauri

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Piccoli 'incidenti amorosi' potrebbero aver causato le ricorrenti fratture vertebrali riscontrate nella coda di vari dinosauri dal becco d’anatra: analisi statistiche e simulazioni al computer suggeriscono infatti che le lesioni sarebbero state provocate dal maschio che schiacciava la femmina durante l’accoppiamento. Lo studio, che apre alla possibilità di decifrare le differenze tra gli esemplari dei due sessi, è pubblicato sulla rivista iScience da un team internazionale guidato dal paleontologo italiano Filippo Bertozzo dell'Istituto di Storia Naturale di Bruxelles.

La ricerca si basa sull'analisi di oltre 500 vertebre della coda patologiche appartenenti a diverse specie di adrosauri provenienti da Nord America, Europa e Russia. L’aspetto delle lesioni delle spine vertebrali è sorprendentemente simile tra le specie, mostrando una frattura verticale-obliqua probabilmente causata dall’applicazione di una pressione verticale.

Per capirne l'origine, i paleontologi hanno condotto un'analisi statistica delle lesioni e alcune simulazioni con una particolare tecnica ingegneristica che predice il comportamento di una struttura sotto sollecitazioni meccaniche. I risultati indicano che le fratture sono coerenti con una forza di compressione applicata esternamente dall’alto, a circa 60-30 gradi, che genera uno stress tale da provocare fratture sulle spine allungate delle vertebre caudali.

"Abbiamo dovuto considerare ogni scenario, dalla predazione allo stress muscolare durante la locomozione, dagli incidenti derivanti dalla vita in branco fino a comportamenti rari e insoliti come al rollio associato ai bagni di fango", dice il coautore Simone Conti. "Alla fine, l’ipotesi dell’accoppiamento è risultata quella che correlava meglio con le nostre osservazioni".

Secondo questa ipotesi, già avanzata nel 1989 dal paleontologo canadese Darren H. Tanke (tra gli autori del nuovo studio), il peso del maschio premeva sulla parte anteriore della coda della femmina, causando fratture da stress osseo. Queste lesioni, tuttavia, non erano fatali, poiché molti esemplari presentano segni di guarigione. In alcuni casi, le ossa mostrano persino evidenze di una seconda lesione, indice di un comportamento ripetuto. "Perseguire aggressivamente una femmina durante la riproduzione potrebbe sembrare svantaggioso dal punto di vista evolutivo - conclude il coautore Gareth Arnott - ma osserviamo occorrenze simili in molte specie moderne, come leoni marini, tartarughe e alcune specie di uccelli".

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