Le industrie europee spingono sull'acceleratore per trasformare l'energia da fusione in realtà, con la realizzazione delle prime centrali. "Questa tecnologia può portare a una rinascita dell'industria europea", ha detto all'ANSA Milena Roveda, presidente dell'Associazione Europea per la Fusione e amministratore delegato di Gauss Fusion, realtà cui fanno capo investitori privati di Italia, Francia, Germania e Spagna.
"Obiettivo dell'Efa è far crescere in Europa la filiera industriale per la fusione e favorire così una rinascita dell'industria europea grazie alla prima generazione di centrali elettriche a fusione", ha aggiunto Roveda, che a Bruxelles ha incontrato Nicola Procaccini, co-presidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento Europeo ed europarlamentare di Fratelli d'Italia, in occasione della presentazione dello studio sullo "stato della ricerca sulla fusione nucleare e gli sviluppi per l'Europa". Secondo Roveda "L'Europa ha le competenze tecniche e industriali, ora servono scelte politiche coraggiose".
Secondo le stime di Gauss Fusion, entro la fine del secolo saranno necessari tra i 150 e i 200 impianti da 1 Gigawatt, distribuiti in tutto il continente. "In questo momento servono azioni concrete", avverte, sottolineando il rapido progresso della Cina, che si stima, investa 1,5 miliardi di dollari l'anno in questa tecnologia.
"Siamo di fronte a una sfida epocale: i singoli Paesi europei non possono rispondere in tempi brevi da soli. La Cina avanza a passi da gigante e per questo Gauss Fusion è già in dialogo con il governo italiano, francese e tedesco, con l'obiettivo di unire le forze tra settore pubblico e privato, alimentando così la fiducia necessaria per spingere gli investimenti privati.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA