Depressione dissociativa: cos’è il disturbo di cui parla Carlotta Ferlito

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La psicoterapeuta Rita Lombardi spiega le cause e le dinamiche dell’intreccio tra depressione e dissociazione

Daniela Cursi Masella

3 settembre - 10:16 - MILANO

È di pochi giorni fa il reel con cui l’ex ginnasta azzurra Carlotta Ferlito ha comunicato di soffrire di depressione dissociativa: stanchezza mai vista e buchi neri quotidiani che arrivano perfino a farle dimenticare di aver ordinato un tapis roulant che non le serve. Ma che cos’è la depressione dissociativa? Ce lo spiega la psicoterapeuta Rita Lombardi.

Cos'è la Depressione dissociativa di Carlotta Ferlito?

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Nei vari disturbi psicologici, la depressione può assumere molte forme. “Una di queste - spiega l’esperta - è la depressione dissociativa: depressione e dissociazione si intrecciano, lasciando chi ne soffre in uno stato di confusione e smarrimento. È spesso legata alla traumatizzazione nell’infanzia e tende ad essere cronica. La dissociazione può essere anche intesa come un meccanismo di difesa del nostro cervello contro il trauma o lo stress e può manifestarsi in vari modi: distacco dalla realtà, sensazione di estraneità da sé stessi o dall’ambiente circostante e persino la perdita di memoria. Quando si combinano con sintomi depressivi, come la tristezza pervasiva, la mancanza di interesse, o piacere, nelle attività quotidiane e la fatica cronica, il quadro clinico diviene più complesso”. 

la dissociazione

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Esistono diversi tipi di dissociazione. “I processi dissociativi non patologici - chiarisce Rita Lombardi - sono parte del normale funzionamento quotidiano, come quando una persona è assorta nei propri pensieri e compie azioni in modo automatico. Il disturbo dissociativo dell’identità, invece, si caratterizza per la presenza di due o più identità. I fenomeni di distacco includono esperienze di depersonalizzazione, dove la persona si sente distaccata dal proprio corpo e dai propri processi mentali e di derealizzazione, in cui l’ambiente esterno appare strano e irreale, con una sensazione di estraneità da sé e dal mondo. I fenomeni di compartimentazione, poi, sono quelli che presentano dei vuoti di memoria per eventi stressanti, l’interruzione del controllo motorio e l’alterazione della percezione corporea”. La dissociazione svolge una importante funzione adattiva in risposta ad eventi traumatici o ad emozioni intollerabili. “In situazioni di grave minaccia - spiega la psicoterapeuta - il distacco dissociativo protegge la persona dagli aspetti emotivamente sconvolgenti dell’esperienza, consentendole di mantenere un comportamento adattivo funzionale. Tuttavia se la dissociazione persiste a lungo termine anche quando il pericolo è cessato, può diventare disadattiva. La comprensione delle funzioni adattive della dissociazione e della sua correlazione con eventi avversi - conclude - risulta centrale, sia per spiegare molte psicopatologie, sia per impostare interventi clinici mirati a rielaborare adeguatamente i vissuti traumatici alla base dei sintomi dissociativi”.

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