De Bruyne, subito il City a 4 mesi dall'addio: è la sua partita del cuore

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Il belga ritrova Manchester. Il suo ex club gli ha dedicato una via e un mosaico nel centro sportivo. Ed è in arrivo pure la statua

Vincenzo D'Angelo

16 settembre - 11:31 - MILANO

La commozione è ancora nell’aria. E sì, anche giovedì sera ci saranno occhi lucidi e brividi. Per Kevin De Bruyne, senza dubbio. Ma anche per i tantissimi tifosi del City che per anni hanno sognato grazie alle magie del talento belga. Kevin torna a casa, nella sua Manchester. Nel suo Etihad. Lo stadio che ha celebrato l’ascesa di uno dei centrocampisti più forti dell’era moderna. Potenza del destino: la prima di re Kevin in Champions con la maglia del Napoli sarà anche un nuovo omaggio dei suoi vecchi tifosi, che appena quattro mesi fa gli avevano regalato l’ultimo saluto. Una cerimonia fatta di fuochi d’artificio, applausi e lacrime. Tutti commossi quella sera, anche Pep Guardiola. "Manchester è casa — disse il belga durante i saluti — dove sono nati i miei figli. Sono venuto qui per rimanere a lungo, ma non pensavo di rimanere dieci anni. Abbiamo vinto tutto con i miei compagni, abbiamo fatto crescere questo club e ora toccherà a loro mantenere questo livello". 

casa e lavoro

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La Manchester di Kevin era piuttosto ristretta. Il belga non è mai stato un personaggio da tabloid, quasi un antidivo per eccellenza. Schivo, riservato, tutto casa e lavoro. Viveva a Wilmslow, fuori città, non distante dall’aeroporto. Un posto per ricchi, dove negli anni diversi calciatori del City hanno deciso di trasferirsi con le famiglie: tanto verde, zona tranquilla dove si può girare serenamente indisturbati e godersi il tempo libero. La famiglia De Bruyne viveva in una super villa, anche per questo ha faticato poi a trovare una nuova soluzione a Napoli. Kevin ha tre figli ed è la loro crescita la sua prima preoccupazione: a Manchester i bambini frequentavano una scuola internazionale, così come fanno adesso in Italia. E De Bruyne era solito accompagnarli a scuola quando poteva. Per il resto, vita pubblica molto limitata, per non dire inesistente. Re Kevin era un uomo in missione: arrivò al City da talento emergente, se n’è andato da uomo vincente. Da campione affermato.

nella leggenda

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Manchester è rimasta nel cuore di Kevin, mentre lui è diventato una leggenda del club. All’interno dell’Etihad Campus, il centro sportivo dei cityzens, c’è già una strada che porta il suo nome: è la De Bruyne Crescent, nella quale è esposto anche il mosaico che il club ha voluto dedicargli. Un tributo che viene riconosciuto solo a chi viene considerato una leggenda del City e con cui sono stati omaggiati in passaggio anche Aguero, Kompany e David Silva. E non è finita qui, perché all’esterno dello stadio, presto, verrà esposta anche una statua dedicata a Kevin, come annunciato dal club dopo il suo addio. "Io sarò sempre un piccolo pezzettino di questo club e quando tornerò con i bimbi allo stadio, vedermi rappresentato da una statua sarà bellissimo". Come lo è stata la sua storia al City, fatta di 18 trofei, 108 gol e 177 assist in 422 presenze.

l'ultima cena

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Una storia da favola, degna del talento di re Kevin. Che giovedì vivrà per la prima volta l’Etihad da “nemico” e si emozionerà incrociando vecchi compagni e amici storici. Cercherà, magari, qualche sguardo a lui caro in tribuna, poi proverà a trascinare il Napoli verso un’impresa. Dopo, però, niente cena al Gran Pacific: lì c’è ancora un’aria nostalgica, dopo quell’ultima cena insieme a tutti i compagni del City. Kevin torna a casa, nella prima notte delle stelle della sua nuova avventura. Napoli è già pazza di lui, della sua capacità di rendere semplice qualunque gesto tecnico. Del suo carisma, della sua luce. Quella che all’Etihad ha illuminato il cammino del City per dieci esaltanti stagioni. Manchester si prepara a un ultimo tributo: re Kevin torna in città, che sia un’altra serata di festa. 

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