Lo spagnolo innesca la polemica sui social: "L'Atp promette sempre che risolverà i problemi, ma non cambia mai nulla"
Luigi Ansaloni
1 agosto - 12:54 - MILANO
Qualche anno fa David Nalbandian, interpellato su una polemica innescata da Marat Safin sul giocare alle 10 del mattino, ridendo difese il collega dicendo: “In effetti è crudele farlo giocare a quell’ora, quando rincasa dalla discoteca…”. Altri uomini, altri tempi, verrebbe da dire, visto che adesso le lamentele corrono via social e i giocatori, invece della strada dell’ironia, scelgono quella della polemica. Alejandro Davidovich Fokina, fresco finalista (in lacrime dopo la sconfitta contro de Minaur) dell’Atp 500 di Washington dopo aver attaccato gli organizzatori del torneo di Toronto, lamentandosi dell'orario della sua partita (11 locali, 17 italiani), si è beccato una risposta molto forte non dagli organizzatori, ma un altro tennista, Daniel Evans, venendo bollato come “patetico”.
il messaggio
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Un vero e proprio sfogo, quello dello spagnolo, in cui si lamenta dell'orario della sua partita contro Jakub Mensik, valida per il terzo turno del torneo canadese. "Voglio condividere la mia delusione e frustrazione con l'Atp. Domani tutte le partite iniziano alle 12.30, tranne la nostra, che è prevista per le 11", ha scritto lo spagnolo, "alloggeremo a un'ora di distanza dal club, il che significa che dovremo svegliarci molto presto per arrivare in buone condizioni. Abbiamo chiesto una modifica, ma la risposta è stata che è già stato venduto tutto: biglietti, diritti tv. Ancora una volta è chiaro che i giocatori non vengono presi in considerazione. L'Atp promette sempre che risolverà i problemi, ma non cambia mai nulla – ha rincarato la dose lo spagnolo -. Non è la prima volta che succede, e quando ci si trova dentro, ci si rende conto che non è poi così bello come sembra dall'esterno".
le risposte
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Lo sfogo di Fokina non è stato condiviso da tutti. Anzi. Daniel Evans gli ha risposto per le rime, dedicandogli una storia sul suo profilo Instagram scrivendo: "Svegliati e gioca. Il mondo si sveglia e lavora dalle 9 alle 17, persino dalle 8 alle 18. Patetico". Non certo un esempio di solidarietà tra colleghi.