A marzo l'assoluzione, ma ora il ricorso. Il caso giudiziario sul brasiliano potrebbe andare avanti ancora per molto tempo.
Il caso giudiziario di Daniel Alves torna al centro dell'attenzione pubblica: la Procura di Barcellona ha presentato appello contro l’assoluzione dell’ex calciatore, riaprendo il procedimento giudiziario che ora approderà alla Corte Suprema spagnola. Una svolta clamorosa in una vicenda giudiziaria già lunga e complessa, che era sembrata chiudersi lo scorso marzo con l’annullamento della condanna per stupro da parte della corte catalana, motivato da presunte incongruenze nella testimonianza della vittima. Ma ora, con il ricorso della Procura - che si aggiunge a quello già presentato dalla parte lesa - il procedimento si sposta al massimo organo giurisdizionale del Paese, dove Dani Alves sarà nuovamente processato.
La Fiscalía ha presentado un recurso contra la absolución del futbolista Dani Alves por los cargos de agresión sexual, argumentando que se ha producido una “condena moral” a la víctima pese a la falta… pic.twitter.com/YQQVP0D5E9
— El Frente Global (@EFGDigital) May 7, 2025
Dani Alves, prima l'assoluzione ed ora il ricorso, che succede ora?
—
Il caso che ha travolto Daniel Alves torna a infiammare l’opinione pubblica spagnola e internazionale. Dopo l’annullamento della sua condanna da parte dell’Alta Corte di Giustizia della Catalogna, la Procura di Barcellona ha presentato ricorso. Spalleggiando l'appello già avanzato dalla difesa della vittima. Con questa nuova svolta, la vicenda approda ora alla Corte Suprema spagnola, il più alto grado della giustizia del Paese. Alves aveva avuto una condanna fino a quattro anni e mezzo di carcere per aver violentato una giovane donna in una discoteca di Barcellona nel dicembre 2022.
Ma la sentenza è stata annullata a marzo per "lacune" e "incongruenze" nella testimonianza della vittima. Nonostante gli esami forensi avessero confermato la presenza di sperma e diversi testimoni avessero supportato la sua versione dei fatti. I giudici d'appello hanno sostenuto che la prova testimoniale, da sola, non bastava a confermare oltre ogni ragionevole dubbio l'accusa. Tuttavia, la procura insiste: il processo deve proseguire. E sarà la Corte Suprema a pronunciarsi in via definitiva. La battaglia legale, dunque, è tutt'altro che finita.