Una pagina del quotidiano La Verità che grida al complotto contro la premier: 'Il piano del Quirinale per fermare la Meloni', titola un articolo firmato dal direttore Maurizio Belpietro. È il caso che fa scoppiare la polemica e porta Galeazzo Bignami, capogruppo di Fdi alla Camera, a chiedere una smentita a Francesco Garofani, il consigliere di Mattarella citato dal giornale.
Bolognese, classe 1975, stretto collaboratore della presidente del Consiglio Meloni, Bignami è capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio dal dicembre 2024. Laureato in giurisprudenza, figlio d'arte, suo padre Marcello è stato uno storico esponente della destra bolognese, prima nel Msi e poi in An.
Bignami si avvicina presto alla politica, a 14 anni entra nel Fronte della gioventù e a 17 anni è segretario del Fuan dell'Emilia-Romagna. Eletto consigliere comunale con An, nel 2009 aderisce al Popolo della Libertà. Con lo scioglimento del Pdl, aderisce a Forza Italia con cui viene eletto consigliere alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2014 e poi nel 2018, sempre con gli azzurri, viene eletto alla Camera, ma un anno dopo, decide di passare nelle file di Fratelli d'Italia.
Nel 2022, con la vittoria del centrodestra alle elezioni, Bignami viene nominato viceministro alle Infrastrutture e poi dal 2024, con l'ingresso nel governo dell'allora capogruppo Tommaso Foti, lascia l'incarico nell'esecutivo e diventa presidente dei deputati.
Quando fu scelto per il ruolo di viceministro, il suo nome finì al centro delle polemiche per una foto in cui era ritratto con la camicia nera ed una svastica al braccio. Si trattava di uno scatto del 2005 in occasione di un addio al celibato: 'Fu una cazzata, mi sono scusato più volte', disse in un'intervista a Repubblica.
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