C'è una classifica in cui Marquez non comanda: i principi delle cadute sono Zarco e Mir

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"Solo" 8 quelle di Marc. Davanti a lui ci sono i due piloti dell'Honda RC213V con 15, davanti ad Alex Marquez e Binder con tredici

Massimo Falcioni

31 luglio - 09:16 - MILANO

In MotoGP c’è una classifica in cui nessun pilota del motomondiale vuole stare davanti. Si tratta della classifica dei crash, dei piloti che durante la stagione iridata cadono di più. Un record, quello delle cadute, che per anni apparteneva a Marc Marquez, in testa non solo nella vittoria di gare e titoli ma primo anche nei voli nel weekend in pista. Quest’anno, fin qui al giro di boa di Brno, il dominatore della MotoGP è caduto in totale “solo” otto volte, quasi niente rispetto alle 14 del 2019, alle 18 del 2002 (pur con il forfait di otto corse), alle 29 cadute del 2023, ultima stagione in sella alla Honda. Pur con tante cadute, il fuoriclasse di Cervera è riuscito a fare saltare la vecchia regola del motociclismo: “Vince chi taglia per primo il traguardo. E chi cade, di solito, il traguardo non lo taglia”.

90 vittorie

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Infatti Marquez ha già vinto 90 gare iridate, di cui 64 in MotoGP, al terzo posto nella classifica dei piloti con più vittorie di tutti i tempi, a pari merito con Angel Nieto vincitore di 13 titoli mondiali nelle classi 50 e 125. Il 15 volte iridato Giacomo Agostini? Anche lui, pur pilota di gran classe e costanza, è andato a terra: comunque meno di 10 crash nella sua lunga trionfale carriera. Le cadute, come il rischio, sono una componente non eliminabile delle corse di moto. La sicurezza è aumentata ma le cadute non sono diminuite rispetto ai decenni precedenti, caso mai sono meno drammatiche le conseguenze grazie alle vie di fuga sui circuiti e alla conformazione da… go-kart degli stessi, a moto più “sicure” anche per il supporto dell’elettronica ecc., all’evoluzione di tute e caschi, agli interventi del personale medico, alla preparazione atletica e psicologica dei corridori ecc. Nel motociclismo dei tempi di Agostini, le condizioni di sicurezza erano ben peggiori di quelle odierne per cui gare e anche campionati (e addirittura carriere!) sono stati influenzati dalle cadute e dalle loro conseguenze in modo assai più pesante di oggi. Incidenti che anche allora non risparmiavano nessuno, neppure i fuoriclasse consacrati, come purtroppo dimostra la tragedia monzese di Pasolini e Saarinen del 20 maggio 1973.

Johann Zarco (LCR Honda) was 11th in Q2, despite a crash at the end of the session, in Le Mans, the 10 may 2025. 
Johann Zarco (LCR Honda) s est classe 11eme en Q2, malgre une chute en fin de seance, a Le Mans, le 10 mai 2025. (Photo by Serge Tenani / Hans Lucas via AFP)

zarco e mir

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Tornando alla stagione MotoGP in corso, le otto cadute di Marc Marquez sono niente rispetto alle quindici cadute a testa fatte fin qui quest’anno da Johann Zarco e Joahn Mir. Piloti che cadono così tanto anche, o soprattutto, per problemi ai loro bolidi, in questo caso per la scarsa potenza delle loro Honda RC213V che li spinge a staccate impossibili per recuperare quel che perdono in accelerazione e sul dritto. C’è poi anche la sfortuna. Su questo Zarco batte tutti, come detto con quindici cadute ma in cinque buttato a terra da altri piloti. Dov’è, in questa classifica, Pecco Bagnaia? Dietro a Marc Marquez… anche qui. Sei cadute in totale, due meno di Marquez. Dimostrazione che meno cadute non significano automaticamente testa della classifica ma, comunque, portando punti su punti, consentono di stare fra i primissimi. In questa particolare classifica c’è lotta serrata in scia a Zarco e a Mir: si tratta di Alex Marquez e Brad Binder, secondi con tredici cadute seguiti con dodici crash ciascuno da Marco Bezzecchi, Jack Miller e Franco Morbidelli. Ribaltando la classifica, in fondo si trovano Di Giananntonio, Alex Rins e Miguel Oliveira, tutti con solo tre cadute. Altro discorso per Jorge Martin, appena rientrato in campionato per i noti incidenti, e per Luca Marini, comunque mai a terra. Dove si è caduti di più? Ovvio che, oltre le caratteristiche dei tracciati, a incidere sono anche le condizioni meteo. L’esempio è quello di Le Mans sotto la pioggia con 70 crash nel weekend. Poi Assen, 64 cadute. Dove si è caduti meno? Ad Aragon e in Qatar: “solo” 27 crash a testa.

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