ANALISI
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Contro un ottimo Zverev da Jannik un’altra prova di intelligenza. Sia i colpi sia la testa continuano a progredire. Lui è straordinario perché sa sempre quello che deve fare
Paolo Bertolucci
13 novembre - 08:35 - MILANO
E il dominio di Jannik continua. Contro Alexander Zverev, che le Finals le ha già vinte due volte in passato, poteva andare come a Vienna, quando il tedesco numero 3 del mondo aveva avuto le sue occasioni di successo e lottato fino al terzo set, certo non come nella piu recente semifinale di Parigi Bercy, quando invece il successo del fenomeno altoatesino era stato nettissimo (6-0, 6-1, partita lampo considerando il valore dell’avversario di Jannik), ma di fronte c’era un avversario che stava fisicamente male. Questa volta invece Zverev ha provato a cambiare qualcosa, ad essere più aggressivo. Non è stato remissivo nonostante la serie negativa dei suoi incroci con l’italiano. Ha avuto le sue occasioni, perché Jannik è stato sotto anche 0-40, ma da quella situazione di pericolo si è tirato fuori da solo, con cinque punti consecutivi (quattro prime palle) che sono stati tutti suoi, costruiti da lui, non frutto di errori del tedesco. Jannik ha fiutato il rischio e ha alzato i giri del motore: questa è una sua grande forza, ed è una caratteristica che appartiene ai grandi, anzi, ai grandissimi.











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