Bertolucci: "L'evoluzione dell'uomo Sinneriano. Perché Jannik è il tennista perfetto"

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Italy's Jannik Sinner returns to Carlos Alcaraz of Spain in the men's singles final at the Wimbledon Tennis Championships in London, Sunday, July 13, 2025. (AP Photo/Joanna Chan)

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L'ex azzurro: "A Londra la deriva finale di un percorso iniziato tre anni fa. Gioco, fisico, testa, tutto per lui è un'arma letale"

Paolo Bertolucci

14 luglio 2025 (modifica alle 07:39) - MILANO

L’ uomo Sinneriano ha completato la sua evoluzione, trasformandosi nel giocatore perfetto. È la bellezza dello sport: la continua capacità di rigenerarsi attraverso la successione di campioni formidabili. Archiviata l’epoca dei Big Three (non ce ne voglia Djokovic, ma a Wimbledon si è probabilmente assistito al suo definitivo tramonto), sono apparsi all’orizzonte due fenomeni come Sinner e Alcaraz capaci senz’ombra di dubbio di rinverdire i fasti della più clamorosa generazione della storia. Tuttavia il successo di Jannik a Wimbledon assume una valenza simbolica, perché al netto del confronto tra i palmarès (peraltro molto simili, nonostante il lieve vantaggio dello spagnolo), segna l’apoteosi di un giocatore che attraverso il lavoro, l’applicazione, la cura maniacale dei dettagli si è perfezionato fino a liberarsi di qualsiasi punto debole e su qualunque superficie. A questo punto, analizzando tutti gli aspetti della sua personalità tennistica, l’unico limite di Sinner può essere davvero solo il cielo.

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