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L'ex tennista azzurro ha parlato prima della finale della Six Kings Slam: "Quando giocano Jannik e Carlos vanno quasi sempre in fondo. Una rivalità splendida che però si trasforma in una minaccia"
Ieri sera si è vista in modo netto la distanza tra il numero 2 e il numero 3 del mondo. Djokovic, pur restando un campione immenso, non è più in grado di sostenere il ritmo di Sinner o di Alcaraz nei match lunghi, quelli che contano davvero. Lo ha ammesso lui stesso: nei tre set su cinque non riesce più a reggere quel livello di intensità. Eppure, anche nelle esibizioni, la differenza si è fatta sentire. Non per demerito suo, ma perché il tennis mondiale vive oggi un vuoto evidente: dietro ai due dominatori, non ci sono veri inseguitori. È questo il problema più grave, più ancora del declino naturale dei veterani. Quando giocano Sinner e Alcaraz vanno quasi sempre in finale; quando non ci sono, il risultato diventa imprevedibile, e questo squilibrio è un segnale d’allarme per l’intero movimento.