Bearman, Antonelli, Hadjar: la generazione nata al simulatore sfida i mostri sacri

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Haas F1 Team's British driver Oliver Bearman celebrates getting the fourth position during the Mexico City Formula One Grand Prix at the Hermanos Rodriguez racetrack in Mexico City on October 26, 2025. (Photo by Alfredo ESTRELLA / POOL / AFP)

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Una nuova generazione di fenomeni si sta affacciando da protagonista sul palcoscenico della Formula 1. Ragazzi nati dopo il 2000, quando Alonso aveva già vinto i suoi due Mondiali con la Renault...

Luigi Perna

Giornalista

29 ottobre 2025 (modifica alle 13:39) - MILANO

Largo ai ragazzini terribili. In Messico è toccato a Oliver Bearman farsi notare per un quarto posto al volante della Haas che ha il sapore dell’impresa. Il piccolo “Orso” inglese non è nuovo a prodezze di questo tipo. L’anno scorso fu chiamato all’ultimo momento dalla Ferrari in Arabia Saudita per sostituire Carlos Sainz, operato d’urgenza d’appendicite, e lasciò tutti di stucco conquistando subito il settimo posto e i primi punti in F.1 all’esordio. Non gli tremarono i polsi, nonostante avesse solo 19 anni e zero esperienza a certi livelli, prova di un talento maturato in fretta. La conferma, se ve ne fosse stato bisogno, è arrivata sul circuito messicano: Bearman ha viaggiato anche in zona podio, riuscendo a respingere negli ultimi giri gli assalti della McLaren di Oscar Piastri (con l’aiuto della “virtual safety car”) e a raccogliere 12 punti importantissimi per lui e per il team americano motorizzato da Maranello. Peraltro Ollie aveva brillato anche in qualifica entrando nella Top 10. Figlio di un broker assicurativo di successo e cresciuto a suon di vittorie con la Prema nella F.4 italiana e nelle altre categorie propedeutiche, è stato inserito nel vivaio Ferrari Driver Academy quando era team principal Mattia Binotto e all’epoca messo sotto contratto dal Cavallino per appena 400 mila euro, una cifra minima considerate le sue qualità. La Ferrari farà bene a puntare su di lui in futuro, quando ci sarà da ringiovanire la rossa, sperando che Bearman continui a progredire come sta facendo in questa prima stagione completa in F.1. La generazione Z si è affacciata prepotentemente nei GP e minaccia presto di sovvertire le gerarchie rispetto ai mostri sacri. Quest’anno ha visto brillare Andrea Kimi Antonelli, debuttante sulla Mercedes e a podio già in Canada prima di completare l’esame di Maturità a scuola, ma anche il francese Isack Hadjar, meno atteso del nostro campioncino eppure capace di centrare un sorprendente terzo posto in Olanda sulla Racing Bulls. E che dire del brasiliano Gabriel Bortoleto, nuovo pupillo di Binotto alla Sauber-Audi, che si è già piazzato per cinque volte a punti dando filo da torcere a un grande volpone come il compagno di squadra Nico Hulkenberg? Basta leggere le loro schede anagrafiche per comprendere la rivoluzione già in atto: Hadjar e Bortoleto sono del 2004, Bearman è del 2005, Antonelli addirittura del 2006. Erano appena nati quando Fernando Alonso, 44 anni, vinceva i suoi due Mondiali con la Renault.

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