Auto di lusso e motoscafi: la grande vita dell'Aga Khan

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Karim Al-Husayni, scomparso ieri a Lisbona a 88 anni, ha vissuto una esistenza particolarmente intensa diventando padrone di un impero finanziario di assoluto rilievo. Ebbe anche una ragguardevole collezione di veicoli di lusso e yacht

Nico Patrizi

5 febbraio 2025 (modifica alle 13:22) - MILANO

Lutto nel mondo del jet-set e dell’alta finanza internazionale con la scomparsa a Lisbona di Karim Al-Husayni, il quarto Aga Khan. Imam degli ismailiti nizariti, Al-Husayni si è distinto per avere saputo creare una vera potenza economica con molti interessi anche in Italia

UNA FAMIGLIA POTENTE

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Figlio di Ali Aga Khan e Tajuddawlah Aga Khan, al secolo Joan Barbara Yarde-Buller, Karim Al-Husayni assunse il titolo di Aga Khan nell’estate del 1957 succedendo al nonno Mohammed Shah, scomparso all’età di ottant’anni. Ali Aga Khan volle espressamente che il titolo passasse al nipote anziché a lui. Questa decisione renderà la sua famiglia estremamente potente a livello economico, mettendo insieme un patrimonio stellare stimato in tredici miliardi di dollari. Educato in Svizzera, nell’istituto Le Rosey di Ginevra, si laureò nel 1959 ad Harvard in "storia islamica". La sua famiglia, a tal proposito, era la principale corrente degli Ismailiti, uno dei gruppi etnici più potenti fin dai tempi dell’antico califfato arabo che dal VI al IX secolo estese la sua influenza su Medio Oriente, Nord Africa e Spagna.

BENEFATTORE PER LA SARDEGNA

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Karim Al-Husayni fu un innovatore, rinunciando alle antiche sfarzose tradizioni della sua famiglia e impegnandosi molto a livello imprenditoriale. Fu lui uno dei primi a scommettere sulle enormi potenzialità delle coste della Sardegna a livello turistico, creando nel 1962 il complesso turistico della Costa Smeralda. La località di Porto Cervo divenne un must per i personaggi del jet-set internazionale. Karim Al-Husayni lavorò molto anche per strappare la Sardegna all’isolamento dal continente, fondando la Alisarda nel 1963, edificando un grande porto con yacht club esclusivo a Porto Cervo e quindi, nel 1969, l'aeroporto di Olbia.

AMANTE DELLE AUTO DI LUSSO

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Ovviamente il principe non era "immune" dal desiderio di possedere veicoli di lusso. Nel garage dell’Aga Khan si ricordano in particolare due vetture di altissimo livello: una Maserati Quattroporte del 1967, acquistata presso la filiale francese del marchio e intestata alla madre del principe, Aly Khan, e una Aston Martin DB5 del 1964, colore Goodwood Green con motore a sei cilindri 4.0 litri, acquistata nel 1986. Le due vetture hanno raggiunto quotazioni importanti. La Maserati è stata battuta all’asta per 58.200 euro mentre la Aston Martin, restaurata nel 2016 da Hexagon Classics, ha raggiunto il valore "monstre" di 800.000 sterline. Una ulteriore Maserati Quattroporte fu costruita su misura per il Principe dal telaista Frua, caratterizzandosi per il design motlo filante.

Anche motoscafi di lusso e aerei erano nella disponibilità del principe per i suoi continui spostamenti in giro per il mondo. In particolare, tra gli yacht si ricordano i recenti Alamshar, lungo cinquanta metri e con valore stimato di cinquanta milioni di dollari, e lo Shergar, lungo 46,6 metri e costruito nel 1983. Il nome di questo panfilo deriva dal celebre purosangue delle scuderie del principe, vittima di un rapimento mentre era impegnato in Irlanda e quindi ucciso dopo essere rimasto azzoppato. Il yacht Shergar ha raggiunto il valore di quaranta milioni di dollari americani.

UNA GRANDE CARRIERA SPORTIVA

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Il quarto Aga Khan fu anche super impegnato sul fronte sportivo. Come atleta partecipò ai Mondiali di Sci di Chamonix del 1962 sotto i colori della Gran Bretagna, per poi gareggiare alle Olimpiadi di Innsbruck del 1964 con i colori dell’Iran. In entrambi i casi il principe non riportò risultati di rilievo. Fu il fondatore dello Yacht Club Costa Smeralda, che conobbe pagine gloriose a livello sportivo. Nel 1983 e nel 1987 lo Yacht Club prese parte alla Coppa America con due versioni della barca Azzurra. Il miglior risultato fu nella prima partecipazione: grazie all’esperienza dello skipper Cino Ricci fu raggiunto un insperato terzo posto alla Louis Vuitton Cup.

In seguito, nel 1992, lo Yacht Club Costa Smeralda fu partner del motoscafo Destriero nella conquista del record di velocità nella traversata dell’Atlantico. Il monoscafo percorse la tratta da New York alle Isole Scilly in appena cinquantotto ore, trentaquattro minuti e cinquanta secondi, polverizzando il precedente record dell’Hoverspeed Great Britain che impiegò “solo” ventuno ore e mezza in più. A capo dell’equipaggio fu Cesare Fiorio, che trovò così riscatto dopo la ingloriosa fine della sua esperienza alla Scuderia Ferrari in Formula Uno. Destriero era dotato di tre turbine a gas capaci di sviluppare una potenza di 51.675 CV e collegate a tre idrogetti KaMeWa 125; era lungo 67,7 metri e largo 13 metri. Purtroppo, lo scafo fu ben presto abbandonato ed infine demolito lo scorso anno

Karim Al-Husayni inoltre si impegnò anche sul fronte delle corse automobilistiche. Assieme al presidente dell’Automobile Club di Sassari Franco di Suni il principe fu uno dei fondatori del Rally Costa Smeralda, gara che negli Anni Ottanta era divenuta un evento di spicco grazie alla presenza dei bolidi del Mondiale Rally, fra i quali le vetture del team Lancia Martini. Nell’albo d’oro della corsa spiccano nomi come quelli di Henri Toivonen, Juha Kankkunen e Miki Biasion. La corsa fu la base per originare a partire dal 2004 il Rally Italia Sardegna valido per il Wrc; con l’attuale denominazione Rally Costa Smeralda resta comunque attiva una gara valida per l’Italiano Rally Storici.

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