In semifinale lo spagnolo perde il secondo parziale ma batte lo statunitense (6-4 5-7 6-3 7-6 in due ore e 48 minuti). È la terza finale consecutiva per Carlos all'All England Club
Carlito’s way, la strada di Alcaraz, porta ancora una volta alla finale di Wimbledon. È il terzo anno consecutivo, e nemmeno il servizio potente di Taylor Fritz ha impedito allo spagnolo che da due anni detta legge all’All England Club di tornare a giocarsi il titolo. La prima semifinale di giornata sul Centre Court è andata via veloce: Carlitos se l’è presa 6-4 5-7 6-3 7-6 (6) in due ore e 48’ minuti, diventando il 10° uomo dell’era Open ad andare in finale per tre anni di fila all’All England Club. E adesso aspetta di sapere chi sarà tra Jannik Sinner e Novak Djokovic l’ostacolo verso il suo terzo titolo di fila. “Quella tra Jannik e Novak è una delle partite più belle nel nostro tour al momento - ha detto Alcaraz al pubblico del Centrale -. Cercherò di vederne il più possibile, da amante del tennis, ma anche di studiare un po’ della loro tattica per domenica”.
le chiavi
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Alcaraz in semifinale è stato battibile solo nel secondo set, quando ha smesso di essere devastante col servizio (100% di punti su prima palla nel primo e nel terzo set) permettendo a Fritz di vincere il parziale che ha riacceso la speranza di quello che da lunedì sarà il numero 4 del mondo. Per il resto, in una partita non entusiasmante, il 22enne ha dettato legge, limitando gli errori (13 dei suoi 25 non forzati nel secondo set) e prendendosi la sua vittoria consecutiva numero 24 (l’ultima sconfitta è a fine aprile, la finale di Barcellona contro Rune), la 18ª di fila sull’erba e la 20ª all’All England Club, dove dopo aver perso nel quarto turno 2022 contro Sinner non ha più conosciuto il sapore della sconfitta. “Quando gioco non penso a tutti questi numeri - ha detto Carlos -: penso al fatto che questo è il mio sogno, giocare a tennis e farlo nei campi più importanti, nei tornei più importanti”. Contro Fritz, che sognava di diventare il primo statunitense in finale a Wimbledon da Andy Roddick 2009, alla sconfitta non ci è mai nemmeno andato vicino: ha sempre dato l’impressione di essere superiore, di essere in controllo, di sapere come uscire dalle rare situazioni di difficoltà. È la sicurezza che deriva da tutte quelle vittorie, dal momento esaltante di forma che alimenta questa sua corsa verso un altro trofeo di Wimbledon, da quanto a suo agio si trovi sull’erba (35 vittorie su 38 in carriera), molto più di quanto sia disposto ad ammettere. È tutto quello che non ha Fritz, alla prima semifinale in carriera a Wimbledon: è ad un passo dal livello fenomeno, ma questa partita è stata il promemoria che gli manca ancora qualcosina per raggiungerlo.
la partita
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Alcaraz strappa il servizio a Fritz al primo gioco e costruisce su quello il 6-4 del set inaugurale col 100% di punti con la prima di servizio. Fritz sul 4-3, in un game interrotto due volte per malori degli spettatori per il caldo anomalo, ha la prima palla break della sua partita, ma Alcaraz si difende bene. Lo statunitense però sale di livello e lo spagnolo sotto 6-5 gli spalanca un’autostrada sullo 0-40 per il break che vale il secondo set, 7-5. La vendetta di Alcaraz arriva al 3° gioco del terzo set, quando strappa il servizio a zero e torna a non concedere più nulla, prendendosi il terzio set 6-3 ancora col 100% di punti sulla prima di servizio. La battuta continua a dominare e serve il tie-break per decidere il 4° set: Alcaraz va avanti 4-1, Fritz rimonta e costruisce due set point sul 6-4, Carlitos li annulla, si prende il match point e chiude quando Fritz non riesce a rispondere a un suo rovescio sulla riga. Andrà in finale a Wimbledon per il terzo anno di fila, per la sesta volta in uno slam, con la sicurezza di chi non ne ha mai persa una.