
intervista
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Meteora rossonera, è arrivato nel 2010 insieme a Zlatan nell'operazione con il Barça: il suo talento si è perso tra infortuni e aspettative troppo alte. A 28 anni ha detto basta dopo aver giocato anche in India. Oggi fornisce supporto psicologico ai calciatori
Francesco Albanesi
14 luglio - 19:11 - MILANO
La sua carriera si riassume in una frase che Max Allegri gli disse ai tempi del Milan: “Sei fortissimo, ma devi giocare più tranquillo”. Adrià Carmona è stato un grande what if: nove anni nella Masia del Barcellona, giocati da capitano e numero 10, poi la bocciatura di Luis Enrique: “Adrià, non c’è più spazio per te”. Nel 2010 lo sbarco a Milano insieme a Zlatan Ibrahimovic: Carmona diventa la stellina della Primavera rossonera, ma l’ansia lo divora. “Calcisticamente avevo tutto, mentalmente non sono mai stato pronto”. Allegri non lo farà mai debuttare in prima squadra (“Una volta scelse Muntari al posto mio”). A 28 anni ha detto addio a quel calcio che non riusciva più a sostenere psicologicamente, oltre ai tanti infortuni. Oggi Carmona si dedica a quella che era la sua più grande debolezza: la testa. Fa il mental coach e ti risponde da Cancun alzando il sipario su ciò che poteva essere e non è stato.