Addio a Giovanni Angotti,
ingegnere, tra le figure più rappresentative della professione
in Calabria e in Italia. Si è spento a Catanzaro a 93 anni.
Uomo di grande cultura e visione, ha dedicato la vita alla
professione e ha contribuito in modo decisivo alla sua
evoluzione, presiedendo il Consiglio nazionale dal 1990 al 1999,
periodo storico di profondi cambiamenti. Ha portato avanti il
suo impegno per la professione e la formazione universitaria
alla guida del Centro Studi del Consiglio nazionale degli
ingegneri, da lui fondato, che ha presieduto nel decennio
successivo. Ha partecipato al riordino degli studi di Ingegneria
nella commissione del Ministero dell'Università.
In Calabria, dove ha scelto di ritornare nel 1956 dopo la
laurea in Ingegneria all'Università di Pisa, il suo nome è
legato a tante opere di edilizia pubblica - universitaria,
scolastica, residenziale e di servizio - e a importanti
infrastrutture stradali e ferroviarie.
Nato a Colosimi, in provincia di Cosenza, il 19 giugno 1932,
è stato protagonista della vita economica, politica e culturale
della città e ha ricoperto numerosi incarichi in organizzazioni
di categoria, comitati, consigli, commissioni, partecipando a
lavori di pianificazione e di collaudo di opere pubbliche. Per
quasi vent'anni è stato componente del Consiglio superiore dei
lavori pubblici. E' stato presidente del Claiu (Comité de
LIasion des Associations d'Ingegnieurs Universitaires de la
Comunitè Europenne) con sede Bruxelles e della Feani,
federazione degli organismi professionali nazionali che
rappresentano l'ingegneria nei paesi europei. E' stato
componente del Cnel nel periodo 1995-2000. Ha fatto parte del
consiglio di amministrazione dell'Università di Calabria dal
1979 al 1987, anni in cui l'ateneo ha acquisito un ruolo sempre
più di rilievo.
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