Doppia gioia per il Cavallino al termine di una gara tesa e ricca di colpi di scena: un terzo e quarto posto consentono di festeggiare il titolo Costruttori, mentre Pier Guidi, Calado e Giovinazzi sono campioni tra i piloti
Alessandro Follis
8 novembre 2025 (modifica alle 20:28) - SAKHIR (BAHRAIN)
La notte del Bahrain si tinge di rosso. Ferrari torna campione del mondo, 17 anni dopo l'ultimo titolo assoluto in Formula 1 e a ben 53 anni di distanza da quello conquistato nel 1972 nel Campionato Mondiale Sport Prototipi. Un terzo e quarto posto sono stati sufficienti alle due 499P ufficiali per portarsi a casa il Mondiale Costruttori, mentre il piazzamento ai piedi del podio ha consentito ad Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado di conquistare quello piloti, che a sua volta mancava dal 2007 in Formula 1 con Kimi Räikkönen. Podio che è andato alla vettura gemella di Fuoco-Molina-Nielsen, che grazie a questi punti è riuscita a terminare il campionato in terza posizione completando una magistrale tripletta, alle spalle della numero 83 di AF Corse di Kubica-Ye-Hanson.
Ferrari in risalita
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Nessuna sorpresa in partenza: le due Toyota sono scattate bene dalla prima fila e hanno mantenuto il comando delle operazioni con Mike Conway e Brendon Hartley, mentre alle loro spalle si sono sistemate le Peugeot, separate dalla Cadillac di Will Stevens. Regolare la partenza di Antonio Giovinazzi sulla Ferrari 499P numero 51, rimasto settimo, subito seguito da Phil Hanson sulla 83 capace di recuperare quattro posizioni al via. La vettura leader di campionato dimostra un buon passo e passa prima la Aston Martin numero 009 e poi la Cadillac numero 12, risalendo poi quarto grazie al testacoda di una Peugeot. Giovinazzi si dimostra costantemente il più veloce in pista nella seconda ora, dove la Toyota numero 8 si è trovata in prima posizione grazie alla strategia di non aver cambiato le gomme. Il ritmo però non è paragonabile agli avversari con pneumatici più freschi e Hartley viene raggiunto e passato da Conway e Giovinazzi, che allungano con un ritmo insostenibile per tutti battagliando fino al momento del primo cambio pilota. La terza ora è proseguita in maniera lineare con De Vries, Pier Guidi e Buemi al volante delle tre vetture di testa, mentre alle loro spalle Aston Martin ha provato a cambiare strategia montando presto le gomme di mescola più morbida disponibili e facendo subito segnare tempi competitivi. Il primo momento decisivo per la gara è arrivato, quando un contatto in fase di doppiaggio da parte della Cadillac di Jenson Button ha spedito la Ferrari 296 Lmgt3 di Thomas Flohr nelle barriere a bordo pista, causando una virtual safety car poi diventata safety car effettiva. Questo ha stravolto le strategie, con alcune vetture che hanno scelto di effettuare soste più brevi per mantenere i pit stop allo scadere dell'ora, mentre altre sono andate fuori sequenza. La ripartenza dalla safety car ha visto le due Aston Martin Valkyrie sfruttare al meglio le gomme medie nuove, recuperando posizioni: Alex Riberas sulla numero 009 si è portato al comando dalla quinta posizione, facendo segnare tempi record, prima di subire un drive through per un'infrazione in regime di virtual safety car che ne ha compromesso le possibilità di vittoria.
Il gioco delle strategie
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Dalla metà gara in poi, le posizioni si sono rimescolate continuamente seguendo la sequenza dei pit stop, con l'unica costante della Toyota numero 7 davanti a tutti: Nyck De Vries prima e Kamui Kobayashi poi sono stati assolutamente imprendibili per tutti. Alle loro spalle si sono alternate le due Ferrari ufficiali, l'altra Toyota e persino le Peugeot, che però hanno pagato la scelta di rimanere ancorate alla sosta allo scadere dell'ora. La Toyota numero 8, nelle mani di Hirakawa, ha subito un drive through per sorpasso in regime di bandiera gialla, riuscendo poi a recuperare il distacco e riportarsi in seconda posizione allo scoccare dell'ultima ora. Qui è arrivato l'ultimo colpo di scena: il cedimento di una sospensione su una Hypercar Bmw ha portato a una nuova virtual safety car, poi divenuta safety car, che ha azzerato le strategie portando quasi tutti a effettuare una sosta ulteriore ai box. Si è così realizzato lo scenario di uno sprint finale di circa mezz'ora con le due Toyota al comando seguite dalle Ferrari che si contendono il mondiale, con Pier Guidi davanti a Kubica e quattro doppiati a separarli. Il pilota italiano ha gestito la ripartenza, tenendosi a breve distanza dalla Toyota di Buemi, prima di un'ulteriore interruzione per un detrito in pista. L'ultima ripartenza ha visto Pier Guidi tallonare Buemi fino al traguardo, mentre alle loro spalle andava in scena una lotta tutta Ferrari per il quarto posto tra Kubica e Nielsen, vinta dal danese grazie alle gomme più fresche. La bandiera a scacchi ha accolto la doppietta di Toyota e il trionfo di Ferrari nel mondiale Costruttori e in quello piloti con Pier Guidi-Calado-Giovinazzi. Il terzo posto finale della numero 50, giunto all'ultimo giro, ha consentito di coronare la tripletta in campionato.
Porsche campione in LMGT3
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Ferrari era in lotta per il titolo anche nella classe Lmgt3, dove l'equipaggio della 296 numero 21 arrivava in Bahrain con 11 punti da recuperare sulla Porsche numero 92. Dopo la qualifica François Heriau, Simon Mann e Alessio Rovera partivano ottavi, contro il diciassettesimo posto dei rivali, ma in gara la vettura di Stoccarda, condotta da Ryan Hardwick, Riccardo Pera e Richard Lietz, è risalita in maniera imperiosa fino alla quarta posizione finale sotto la bandiera a scacchi, mentre i piloti Ferrari non sono riusciti a far meglio del quinto posto. Con questo risultato l'equipaggio di Manthey 1st Phorm si è laureato campione grazie a una stagione solida, coronata dai successi di Imola e della 24 Ore di Le Mans. Grande protagonista è stato proprio l'italiano Pera, pilota con licenza Silver dell'equipaggio, che molto spesso ha mostrato un passo gara al livello dei professionisti. La gara, per la cronaca, è stata vinta dalla Lexus numero 87 di Umbrarescu-Schmid-Lopez.
Hypercar, risultati gara
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Ecco l'ordine di arrivo dei primi dieci della 8 Ore del Bahrain:
- Toyota #7 (Conway-De Vries-Kobayashi) 237 giri
- Toyota #8 (Hartley-Buemi-Hirakawa) a 19"738
- Ferrari #50 (Fuoco-Molina-Nielsen) a 26"342
- Ferrari #51 (Pier Guidi-Calado-Giovinazzi) a 26"504
- Ferrari #83 (Kubica-Ye-Hanson) a 39"729
- Cadillac #12 (Stevens-Lynn-Nato) a 40"527
- Aston Martin #009 (Sørensen-Riberas-De Angelis) a 1'03"701
- Bmw #20 (Rast-Frijns-S. van der Linde) a 1 giro
- Peugeot #93 (Di Resta-Vergne-Jensen) a 1 giro
- Peugeot #94 (Duval-Pourchaire-Jakobsen) a 1 giro











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