Signora a secco in 4 delle ultime 6 partite e contro il Toro l'occasione migliore è capitata a un centrocampista. Un cambio di modulo potrà risolvere il problema lì davanti?
Luciano, abbiamo un problema. Dopo lo 0-0 contro il Torino nel derby dell’11ª giornata, la Juve di Spalletti, seppur solo alla terza uscita sulla panchina bianconera, si ritrova a fare i conti con le difficoltà che erano emerse già nelle ultime gestioni tecniche. Dall’ultimo Allegri a Thiago Motta, da Tudor a (adesso) l’ex ct, i calciatori juventini faticano tremendamente a segnare. Non è un caso, quindi, che 4 delle ultime 6 gare di Serie A siano state concluse a secco di reti e, di conseguenza, con 2 pareggi e 2 ko.
i numeri
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Se si escludono i rigori di Vlahovic e Yildiz contro l’Udinese, per ritrovare un gol su azione di un attaccante juventino in Serie A dobbiamo risalire addirittura al 20 settembre a Verona, con la conclusione da fuori area di Conceiçao. Quarantanove giorni di astinenza che pesano come un macigno sulle ambizioni della Juve. In una Serie A che fatica a mandare in gol con continuità i centravanti (non a caso in testa alla classifica dei cannonieri ci sono Calhanoglu e Orsolini), i bianconeri non si distinguono: il 57% delle reti stagionali juventine è arrivato da attaccanti, peggio solo del Milan (60%), ma meglio di Roma (53%), Inter (52%) e Napoli (25%) tra le big. Mal comune, però, non è certo mezzo gaudio e non lenisce le difficoltà offensive dei bianconeri: dei 14 gol segnati in campionato appena 7 sono arrivati da giocatori offensivi (3 da Vlahovic, 2 da Yildiz, 1 da Conceiçao e 1 da David), dei quali solo i primi due su azione manovrata. Per il resto, o calci piazzati (3) o invenzioni dei singoli (2). Contro il Torino, numeri alla mano, la produzione offensiva della squadra di Spalletti non è stata proprio inesistente come si era visto, invece, nella parte finale della gestione Tudor nelle sfide contro Milan, Como, Real Madrid e Lazio (tutte finite senza reti). Non siamo, quindi, all’allarme rosso dei quasi 400 minuti senza segnare che avevano contribuito all’esonero del croato, ma calciare rispettivamente 15, 18 e 21 volte verso la porta avversaria contro Cremonese, Sporting Lisbona e Torino e realizzare appena 3 reti fa comunque accendere la spia di un problema.
l'opzione cambio modulo
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Contro i granata è stato Yildiz a provarci più di tutti (4 tiri, di cui 2 nello specchio), seguito da Vlahovic (3 conclusioni tentate) e Conceiçao (2), ma alla fine l’occasione migliore è capitata a un centrocampista (McKennie, decisivo Paleari). Un’altra buona chance, seppur defilato, è capitata a David (che dà segnali di risveglio, ma resta comunque senza gol dalla prima giornata), Zhegrova ha dato vivacità dalla panchina (suo il cross per il 22), Openda ha avuto poco spazio, ma non esulta da quasi 7 mesi e 1000 minuti. Insomma, serve una svolta globale. “Si può giocare anche con le due punte”, ha aperto la porta al cambiamento di modulo Spalletti dopo la partita. Basterà per risolvere l’astinenza?










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