Via subito o fiducia fino a mercoledì? Tudor, la Juve è spaccata. Le alternative

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Dopo la sconfitta in casa della Lazio, la terza consecutiva, la posizione dell'allenatore croato è sotto esame. Spalletti, Mancini e Palladino i nomi in ballo, con Thiago Motta ancora a libro paga

Matteo Nava

Giornalista

27 ottobre 2025 (modifica alle 09:57) - ROMA

Se nel calcio una partita può cambiare tutto, figuriamoci otto match (e oltre 40 giorni) di astinenza di vittorie che da Como a Roma, passando per Madrid, ora sono pure diventate sconfitte. Se Igor Tudor sperava di fare come Pollicino e ritrovare la retta via seguendo le briciole, ora non ci sono nemmeno più tracce da cui prendere spunto. Non possono bastare le occasioni avute all'Olimpico, né il pestone in area su Francisco Conceiçao o il masochismo di aver regalato il primo gol, pure deviato: alla quarta partita senza reti e alla terza sconfitta consecutiva, in casa Juventus si è già nelle ore di riflessione sul futuro della panchina bianconera. In assenza della tanto agognata vittoria della svolta, tornano a circolare tra i vertici della Signora i nomi di Luciano Spalletti e Roberto Mancini, oltre al più economico Raffaele Palladino. La posizione di Igor Tudor è quantomeno sotto la lente d'ingrandimento. 

juve, tudor a rischio? la situazione

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La società non solo non può ovviamente apprezzare l'autunno più nero che bianco a livello di risultati, ma è più che dubbiosa su una guida tecnica che pare non avere più una direzione chiara. A questa squadra, ora, sembra mancare equilibrio e l'identità pare stravolta dalle continue variazioni: l'allenatore che prima dava l'impressione di essere inamovibile a livello tattico se non a gara in corsa, nelle ultime uscite ha cambiato più e più volte il modulo di riferimento, contro la Lazio anche all'intervallo rispolverando la difesa a quattro messa in soffitta dopo il 2-0 incassato dal Como. Cambia e ricambia, pure Kenan Yildiz - inarrestabile in avvio di stagione - finisce per dover inventare tutto con giocate estemporanee, senza che l'ecosistema di squadra lo esalti in alcun modo. Avere ancora Thiago Motta a libro paga non agevola certo il cambio in panchina - soprattutto se il candidato forte dovesse diventare uno degli ex commissari tecnici Spalletti o Mancini -, ma i risultati parlano di una squadra in caduta libera e sicuramente un limite esiste anche per una società che fino a inizio mese non si sarebbe mai immaginata uno scenario simile. Di certo c'è che per mostrare la porta a un allenatore - Tudor - a cui si è rinnovato il contratto solo pochi mesi fa, serve l'unanimità nella stanza dei bottoni, fattore che ora manca: a livello decisionale è un momento di confronto e, mentre nel club alcuni con pazienza ormai terminata vorrebbero un cambio immediato, altri preferirebbero optare per una fiducia a tempo almeno fino a Juventus-Udinese di mercoledì, simbolica fine del calendario di fuoco dell'autunno bianconero.

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