Una settimana da Pio Esposito: prima l'Inter, poi l'Italia

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I primi minuti in Serie A attesi con l'Udinese. I tifosi e Gattuso sono già pazzi di lui

Filippo Conticello

Giornalista

31 agosto - 13:14 - MILANO

L'azzurro, quello intrecciato al nero, amato durante l’infanzia e l’adolescenza, ma ancora mai indossato nello stadio dei sogni e nel campionato dei grandi.

in nazionale

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E poi l’azzurro semplice, brillante e senza sfumature: quello della Nazionale a caccia di un bomber duraturo e un simbolo a cui aggrapparsi per i prossimi anni. C’è una tempesta nel cuore di Pio Esposito, è iniziata quando è tornato ad Appiano per studiare la ThuLa in vista della stagione del decollo, poi è esplosa negli ultimi giorni, quando ha saputo che Gennaro Gattuso si era deciso: il neo ct lo vuole misurare subito dal vivo, nella sua prima a Coverciano, e la lista diffusa ieri ha semplicemente confermato l’intendimento. Di certo, Esposito è pronto e non solo per l’entusiasmo che ha scatenato nei tifosi nerazzurri, particolarmente sensibili quando a emergere è un ragazzo della casa, ma anche per il modo in cui battaglia in allenamento con i compagni-difensori. Il modo in cui regge l’urto ha stupito tutti: è stata ampiamente superata pure la prova-Acerbi, un crash test che di solito spaventa i centravanti più teneri. Chivu, che lo aveva addestrato a 13 anni e poi gli aveva arrotolato la fascia al braccio in Primavera, si è ritrovato un centurione da 191 centimetri, che non teme contrasto e difende ogni pallone come fosse l’ultimo. Non bastasse, “sente” l’odore del sangue, cerca la conclusione appena vede uno spiffero, anche quando è girato di spalle alla porta: nel precampionato ha segnato con un tacco istintivo e furbo al Monza, come fanno solo gli attaccanti progettati per il gol

il presente

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Prima dell’Italia, Pio aspetta con ansia la maestà di San Siro, teatro perfetto per un debutto in Serie A dopo anni passati a bottega in B: nelle ultime stagioni ha visto il Meazza da lontano, o in tribuna da semplice spettatore, ma lo ha sempre trovato ruggente. Per questo inizio, invece, dovrà accontentarsi di una versione light, con meno tifo per i soliti mugugni della curva. Se ne è accorto già contro il Toro, anche se non ha potuto partecipare al party perché si trascinava dietro una squalifica dall’anno passato. Ha comunque visto i due titolari, Lautaro + Thuram, tornare al gol nella stessa partita, e pure il suo gemellino alle spalle della ThuLa, Ange-Yoan Bonny, esultare per la prima rete nerazzurra. Insomma, nel reparto d’attacco di Chivu c’è un’aria frizzantina, ma Esposito è pronto a entrare nelle rotazioni come un carrarmato, raccogliendo minuti crescenti e magari le prime reti ufficiali in campionato. Visto l’impatto che ha nel presente della squadra, sarebbe bizzarro pensare a lui solo come il bomber del futuro. Intanto, ha già iniziato ad aggiornare il curriculum in prima squadra nel caldo americano del Mondiale per Club: il 26 giugno a Seattle segnava al River Plate con gli occhi di tutti addosso. Alla fine di quel match diceva emozionato di aver vissuto il giorno più bello della vita: a occhio, ne arriveranno presto altri assai più entusiasmanti. Garantiscono Chivu e Gattuso, un interista e un milanista: un tecnico è nerazzurro, uno semplicemente azzurro, comunque i colori del cuore.

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