Un nuovo passo avanti verso un'agricoltura più sostenibile, in grado di ridurre drasticamente l'uso di pesticidi e fertilizzanti, arriva da un materiale di scarto della produzione di biogas: si tratta del digestato, già ampiamente sfruttato come fertilizzante naturale, che grazie a un innovativo processo di raffinazione è stato trasformato in un vaccino naturale per le piante. Il risultato, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, si deve al gruppo internazionale di ricercatori guidato dall'Italia con l'Università Sapienza di Roma, che ha testato il vaccino su piante di pomodoro e di Arabidopsis thaliana (molto usata nella ricerca scientifica). Allo studio hanno partecipato anche le Università di Perugia e di Padova e l'azienda Agrolio di Andria.
Il digestato è molto ricco di nutrienti e di microbi e il suo uso può quindi causare due problemi importanti: può introdurre una quantità eccessiva di sostanze nel suolo e negli ecosistemi acquatici, con conseguenze come le fioriture di alghe dannose, ma anche batteri e funghi 'alieni' contro i quali il sistema immunitario delle piante può essere poco attrezzato.
Per superare queste criticità, i ricercatori coordinati da Vincenzo Lionetti hanno sviluppato un innovativo processo di raffinazione del digestato. In questo modo, sono riusciti a isolare un estratto proteico contenente molecole in grado di attivare le difese immunitarie delle piante: applicato su Arabidopsis e pomodoro, ha infatti aumentato la loro resistenza alle minacce rappresentate da funghi e batteri.
"Il processo di raffinazione, basato su passaggi di chimica verde, permetterà alle bioraffinerie di valorizzare il loro sottoprodotto - dice Lionetti - inserendolo in nuove catene di valore per l’agricoltura sostenibile e integrata, capace di ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci di sintesi chimica".
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