Un uomo malato di depressione da trent'anni è andato in remissione da una forma grave del disturbo grazie a un dispositivo per la stimolazione elettrica del cervello paragonabile a un pacemaker, che è riuscito dove i farmaci avevano fallito. L'impianto, che attiva selettivamente alcune aree cerebrali e che è stato calibrato appositamente sul cervello del paziente, ha restituito all'uomo pace e chiarezza mentale e sarà prossimamente testato in uno studio controllato su più persone. Il caso clinico riportato in un articolo sul New Scientist è stato descritto su PsyArXiv.
Resistente alle altre terapie
L'uomo di 44 anni, afflitto da depressione maggiore (una forma debilitante di disturbo depressivo) dall'età di 13 anni, aveva provato nel corso della vita una ventina di trattamenti tra farmaci antidepressivi, psicoterapia e terapia elettroconvulsivante (elettroshock) - ossia una stimolazione elettrica del cervello in anestesia generale e con impulsi ultrabrevi, utilizzata con efficacia in psichiatria contro le forme gravi e resistenti di depressione.
Nessun trattamento aveva dato tuttavia risultati duraturi; nel corso della sua tormentata esistenza, l'uomo aveva tentato il suicidio tre volte.
Stimolazione su misura
Un gruppo di neuroscienziati dell'Università del Minnesota, negli Stati Uniti, ha sviluppato un approccio di stimolazione elettrica del cervello personalizzato per il paziente. L'uomo è stato sottoposto a risonanza magnetica funzionale (MRI, una tecnica di generazione di immagini dell'interno del corpo umano) per 40 minuti, così da mappare i confini di quattro network di attività cerebrale che sono stati in passato collegati a depressione.
Questo ha permesso di osservare che, nel cervello del paziente, la rete della salienza, il circuito cerebrale che permette di distinguere gli stimoli interni da quelli esterni e di focalizzare correttamente l'attenzione, risultava quattro volte più estesa rispetto a come si presenta in chi non ha depressione.
I primi benefici
Con questa mappa alla mano, gli scienziati hanno impiantato quattro gruppi di elettrodi lungo i confini dei network cerebrali osservati, passando per due piccoli fori praticati nella scatola cranica del paziente. Tre giorni dopo l'intervento, hanno fornito deboli impulsi elettrici agli elettrodi, stimolando ognuno dei quattro circuiti cerebrali separatamente. La stimolazione del default mode network, implicato nell'introspezione e nelle riflessioni sul sé, ha arrecato all'uomo una sensazione di gioia quasi euforica, dimenticata da tre decenni.
Stimolare la rete della salienza e di un altro network, la rete in modalità azione (action-mode network), coinvolta nella pianificazione delle azioni, ha restituito al paziente un senso di calma; fare altrettanto con il network frontoparientale, coinvolto nei processi decisionali, ha dato all'uomo una ritrovata concentrazione.
Pacemaker portatile per il cervello
Accertati i benefici, gli scienziati hanno realizzato un piccolo impianto per permettere la stimolazione elettrica delle quattro aree del cervello anche a casa. Hanno attaccato i fili degli elettrodi a due piccole batterie impiantate sottopelle vicino alla clavicola del paziente, preparando così una sorta di pacemaker per il cervello. Il dispositivo stimola le varie aree per un minuto, ogni 5 minuti ed è collegato a una app che permette al paziente di variare tra più modalità di stimolazione messe a punto dal team.
Nei sei mesi successivi alla dimissione, grazie ai dati raccolti e a un diario sui sintomi della depressione compilato dal paziente, i ricercatori hanno ottimizzato le modalità di stimolazione così da rendere massimi i benefici per il paziente. Già a 7 settimane dall'operazione, l'uomo non aveva più pensieri suicidari, e a 9 mesi dall'intervento la sua depressione si poteva considerare in remissione secondo una comune scala diagnostica.
Una possibilità di cura (ancora esclusiva)
Il caso dell'uomo rappresenta una dimostrazione delle potenzialità di un approccio personalizzato di elettrostimolazione del cervello, che richiede poco tempo in ospedale e limitate risorse computazionali rispetto a tentativi precedenti. Prima però che il pacemaker cerebrale possa essere considerato una "cura", seppure solo per i pazienti con depressione resistente agli altri trattamenti possibili, occorrerà validarlo in uno studio scientifico controllato su cervelli con caratteristiche diverse, e in cui alcuni pazienti siano trattati con un placebo.
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