Dal 2022 ad oggi sono stati approvati quattro decreti legge per sostenere militarmente Kiev: varati in Cdm, quei provvedimenti cornice sono stati convertiti in legge dalle Camere, consentendo in quattro anni l'invio di dodici pacchetti di aiuti militari con altrettanti decreti interministeriali, per i quali è invece solo necessaria l'illustrazione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Il sistema di difesa aerea Samp-T, armato con missili Aster, è tra i pochi elementi confermati dal governo all'interno di quei pacchetti di forniture, sempre secretati. Ma in questi anni dovrebbero essere stati inclusi anche veicoli per il trasporto truppe come i vecchi M130, blindati Lince, missili spalleggiabili Stinger e Milan, mortai anti-carro, mitragliatrici pesanti e leggere, giubbotti antiproiettile, elmetti, razioni k e proiettili in grande quantità, oltre a gruppi elettrogeni e generatori.
Secondo gli ultimi dati del Kiel Institute (aggiornati a ottobre), ammonta a 1,7 miliardi il valore del sostegno militare dell'Italia, da quando il governo Draghi il 25 febbraio 2022, all'indomani dell'offensiva russa, all'interno di un decreto legge con disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina, approva la prima autorizzazione (valida fino al termine dello stesso anno) all'invio, con cessione a titolo gratuito, di "mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali", per una spesa di 12 milioni di euro.
Pochi giorni più tardi, una risoluzione bipartisan sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi impegna il governo, tra l'altro, ad "assicurare sostegno e solidarietà all'Ucraina attivando" al più presto ogni azione per "fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica, nonché - informando il Parlamento e in coordinamento con gli altri Paesi Ue e alleati - la cessione di apparati e strumenti militari che consentano di esercitare il diritto alla legittima difesa".
A stretto giro, il 2 marzo arriva il primo decreto interministeriale (Difesa, Esteri ed Economia) che dispone l'invio di armi "a titolo non oneroso" a Kiev: il contenuto, di cui viene preventivamente informato il Copasir (senza la necessità di altri passaggi parlamentari), è secretato. Una formula che si ripeterà per gli altri 11 pacchetti di aiuti militari (cinque nei primi dieci mesi) disposti finora (l'ultimo in Gazzetta ufficiale il primo dicembre scorso), grazie a tre decreti legge di proroga dell'autorizzazione originaria.
Il governo Meloni conferma la linea di quello Draghi, con un decreto legge che il 2 dicembre introduce la proroga di un anno, sostenuto poi da una risoluzione della maggioranza di centrodestra sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Successivamente arrivano altre due proroghe, con altrettanti decreti legge varati dal Cdm, il 19 dicembre 2023 e all'antivigilia di Natale del 2024: l'ultimo fissa al 31 dicembre di quest'anno la validità dell'autorizzazione.
Una risoluzione del centrodestra del il 21 gennaio 2025 (sempre in occasione di comunicazioni di Crosetto) impegna il governo a "continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Ue, nonché nei consessi internazionali di cui l'Italia fa parte, le autorità governative dell'Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari". Nella risoluzione di maggioranza approvata sulla base delle ultime comunicazioni della premier Giorgia Meloni non si fa cenno al sostegno militare. Per continuare a garantirlo nel 2026 servirà una nuova proroga entro la fine dell'anno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA

11 ore fa
2










English (US) ·