Il tecnico croato: "Abbiamo preso gol evitabili, la cosa positiva è che ho una grande panchina, tutti possono essere determinanti"
Dipende da che parte si guardi la prospettiva... Una vittoria e un pareggio contro Inter e Borussia Dortmund, otto gol segnati e sette subiti, e ben tre reti decisive a favore arrivate dopo il novantesimo. Troppo? "Troppi dietro ma non troppi davanti, però se si continua così non si finisce più - esordisce Igor Tudor a Sky dopo il pirotecnico esordio in Champions -. Nel secondo tempo siamo andati in grande difficoltà dal punto di vista energetico, ma abbiamo dimostrato di avere un grande cuore, e una grande panchina".
tudor dopo juve-borussia dortmund
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Già, tra il derby d'Italia e la prima di Champions ben tre gol sono arrivati dai subentrati: se contro l'Inter l'eroe era stato il baby Adzic, stavolta è stato Dusan Vlahovic, autore di una doppietta e dell'assist per il 4-4 di Kelly. "Era giusto far giocare Vlahovic sabato e poi partire con Openda e David oggi, perché sono arrivati 2 giocatori importanti - spiega il tecnico croato -. La gente che entra da fuori, però, fa la differenza e questi sono bei segnali. Ormai con i cinque cambi e tutte queste partite non ci sono titolari. Le partite si decidono veramente negli ultimi 20' e la dimostrazione sono le nostre quattro partite giocate fin qui. Il problema è che si è fatta la partita contro l'Inter sabato, sono passati solo 3 giorni: Yildiz era bianco, Thuram anche era stanco. Ci è mancato pure Conceiçao per il nostro modo di giocare, Cambiaso ha fatto la prima partita dopo 15-20 giorni, Bremer viene da un lungo stop: tutte queste problematiche contano, ma ho un grande gruppo e accettiamo questo punto. Era il massimo che si poteva fare".
FrAGILITA'
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L'altro lato della medaglia, però, è una difesa troppo fragile, soprattutto sulle conclusioni da fuori area. "Abbiamo subito 2-3 gol troppo facili che si potevano evitare, ma alla fine sono stati anche frutto della è qualità individuale - dice ancora Tudor -. Sono felice perché in questo momento, abbiamo dato tutto". Per il tecnico e la sua Juve, però, non c'è tempo per fermarsi: "Io sono contento, ma ora dobbiamo recuperare bene e andare a Verona già sabato", conclude.