David non convince e non brilla, Openda ha bisogno di tempo. Dusan invece da inizio stagione è una garanzia e con queste prestazioni si può riprendere la maglia da titolare
Finora, in questa stagione, non c’è giocatore più decisivo di Vlahovic in questa Juventus, né uno con una migliore media-gol. E questo è un dato di fatto. L’altro, evidente ancor di più dopo i 90 pazzi minuti dell’Allianz contro il Borussia, è che questo suo essere tornato così spietato ha coinciso con il suo nuovo status da super-subentrante. Entra e decide le partite, entra e segna o fa segnare. Parma, Genoa e Dortmund: tre indizi che fanno una prova. Poi una domanda si insinua nel mondo Juve: un Vlahovic così in forma, ora che il calendario diventa più fitto, non potrebbe tornare ancora più utile da titolare in un momento in cui il prescelto di turno (David o Openda come contro i tedeschi) non brilla come il numero 9? A Tudor la complicatissima riflessione e l’ardua risposta.
COME RINUNCIARE A UN DV9 COSì?
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“Ho giocato titolare per quasi tutta la vita, ho fatto abbastanza gol ma ora c’è questa situazione e cambia tanto. Ma oggi con cinque cambi è tutto diverso e alla fine, come ci dice il mister, non ci sono titolari o panchinari. E comunque non ci penso, faccio in modo di restare concentrato e di aiutare la squadra a ottenere risultati. Poi se parto dalla panchina o titolare non importa”. Equilibrato, Dusan. Dopo una partita folle come quella col Dortmund finita con un 4-4 in cui ha brillato con una doppietta e con l’assist per il gol decisivo di Kelly al 96’ non era semplice mantenersi così moderati, ma DV9 ci è riuscito. La vera impresa è essere arrivato a quota cinque gol entrando dalla panchina nel corso di questa stagione (record in una singola annata dal suo arrivo in Italia); e poi, per la prima volta da quando gioca in A, ha preso parte a tre reti entrando dalla panchina proprio con la doppietta e l’assist al Dortmund.
IL NUOVO NUEVE
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“Sta al mister scegliere chi giocherà. Io sono a disposizione, cerco di allenarmi al massimo e fare tutto quello che mi chiede. A me va bene segnare gol e basta, dalla panchina o da titolare non importa”, ha insistito a Sky un sempre più saggio Vlahovic. Che poi però puntualizza: “È chiaro che io voglio giocare titolare. Poi, certo, rispetto le scelte dell’allenatore e cercherò di metterlo in difficoltà”. Detto, fatto. Vedremo a Verona (sabato prossimo, ore 18) cosa deciderà Tudor ma sicuramente un Vlahovic così darà da pensare. C’è abbondanza lì davanti, ci sono i nuovi e i loro paracadute pieni di attenuanti e poi c’è il vecchio nueve all’ultimo anno di contratto che nella parte del subentrante si è calato benissimo. Ma i tifosi – che fino a qualche settimana fa lo fischiavano nelle caldissime amichevoli estive – si chiedono quanto resisterà in questi panni da risorsa da bordocampo. Altri ancora si chiedono se il motore del nuovo nueve sia più la voglia o più la rabbia. Risponde lui: “Rabbia no, ma non è stato un periodo facile quando si parlava di me tutti i giorni e si dicevano cose che per il 99 per cento non erano nemmeno vicine alla verità – ha spiegato riferendosi al mercato –. Sono cose che possono disturbare. Però è da quelle che ho trovato la forza. Ho sempre aspettative alte, non sono mai abbastanza contento, oggi ho fatto due gol ma volevo il terzo. Gioco in una squadra meravigliosa, uno dei club più importanti e faccio il mio lavoro. Mi metto a disposizione e faccio il massimo. Se un attaccante non fa gol è normale che venga criticato, quando ero giovane mi turbava di più questa cosa ma ora sono migliorato. Devo continuare a mettermi a disposizione e allenarmi più di tutti”. Tudor è avvisato.