Una sforbiciata ai barbieri contro la
"liberalizzazione indiscriminata". È il senso della proposta di
legge dalla Lega alla Camera, che punta a un "contingentamento
progressivo del numero di abilitazioni professionali" per le
attività di "acconciatore, barbiere e parrucchiere che possono
essere conseguite in ciascun comune, al fine di tutelare la
concorrenza leale, garantire l'equilibrio dell'offerta sul
territorio e incentivare la qualità professionale e
l'innovazione".
Il testo, firmato dal capogruppo Riccardo Molinari e altri
deputati leghisti, prevede che il Ministero delle imprese e del
Made in Italy stabilisca il limite massimo delle abilitazioni
conseguibili in ciascun comune ogni anno, per i prossimi cinque,
tenendo contro della densità degli esercizi commerciali attivi,
della popolazione residente e del flusso turistico. Lo stesso
ministero, secondo la proposta, definisce i criteri di
valutazione delle richieste considerando qualifiche
professionali, esperienze documentate e grado di innovazione e
specializzazione dei servizi proposti.
Sempre il Mimit deve adottare un Piano nazionale di riduzione
del numero degli esercenti, da aggiornare ogni tre anni, con
incentivi alla cessazione volontaria dell'attività, progetti di
riconversione e riqualificazione professionale, e sospensione
degli iter di abilitazione nei comuni ad elevata densità di
barbieri e parrucchieri già attivi, con possibili deroghe in
zone montane, rurali o con carenza di servizi. Infine si
prevedono sanzioni più dure, da 5mila a 50mila euro, per chi
svolge il mestiere senza abilitazione.
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12 ore fa
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