Tregua fragile sulle pensioni, la manovra è di nuovo nel caos

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 Dopo una notte di tensione il centrodestra riesce faticosamente a riportare in carreggiata l'iter della manovra, ma solo per qualche ora. Tanto che in serata il governo presenta un nuovo emendamento in commissione e il via libera slitta ancora a data da destinarsi. Intanto, però, la parziale tregua dà respiro alle votazioni che procedono per tutta la giornata. Vengono approvate così, una serie di novità che vanno da quella 'bandiera' sull'oro di Bankitalia all'allentamento della stretta sugli affitti brevi ma anche l'iperammortamento.


Non tutti i nodi, però, sono stati sciolti, tanto che in serata la premier Giorgia Meloni è costretta a convocare un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi con i vicepremier e il ministro dell'Economia. Dall'emendamento che cancella la stretta sulle pensioni, infatti, restano fuori tutta una serie di misure, come quella sul Tfr per i neoassunti ma anche e soprattutto alcune norme per le imprese: da Transizione 5.0, al caro materiali e sulla Zes unica, così come una parte cospicua dei fondi per il Piano casa. Qualcosa o molto potrà rientrare in un decreto da varare entro la fine dell'anno, spiega per tutta la giornata in più di uno nella maggioranza. Ma, con un ennesimo colpo di scena, sul filo di lana il governo annuncia che arriverà, invece, un emendamento che verrà riportato in commissione. Rientrano, dunque, dopo essere uscite dalla porta le norme per la crescita 


e non è escluso che possa esserci anche spazio per il ripristino del silenzio assenso per i neoassunti sul Tfr.


Sul punto le opposizioni, erano andate all'attacco subito di buon mattino chiedendo conto al ministro Giancarlo Giorgetti che , aveva detto il capogruppo Dem Francesco Boccia, "sfiduciato dalla sua stessa maggioranza" dopo che le aveva presentate in commissione. "Ieri notte si è rotta la maggioranza", aveva attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein. Una "notte di follia", per il leader M5s Giuseppe Conte nella quale, appunto, si sono tolte anche risorse per le imprese.


Ad ogni modo, per qualche ora, l'esame procede. Passa così, tra i primi voti, l'emendamento sull'oro detenuto da Bankitalia che "appartiene al Popolo Italiano". Con Lega e Fratelli d'Italia che si rincorrono nel rivendicare la vittoria sulla misura. E ancora arriva il via libera alle modifiche sugli affitti brevi e i dividendi, l'iperammortamento, il raddoppio della Tobin tax e la tassa sui pacchi. Entra in manovra anche voucher per le scuole paritarie così come la possibilità per i Comuni di esentarle dall'Imu. Misure contestate dalle opposizioni che ricordano, per contrasto, la situazione della scuola pubblica italiana. E passa ancora la misura sul comparto delle armi, per "rafforzare le capacità di produzione e commercio" del settore difesa. Passa anche il Piano Casa ma nell'ultima riformulazione il finanziamento risulta di 10 milioni nel 2026, oltre ai 50 già presenti per il disagio abitativo. Il capogruppo leghista Massimiliano Romeo rivendica la misura e fa sapere che eventuali nuove risorse arriveranno dal decreto di fine anno. Ma le opposizioni escono dall'Aula al momento del voto. "Dieci milioni? Stiamo scherzando? Nemmeno il piano per le cucce dei cani...", ironizza il capogruppo Dem in commissione Bilancio Daniele Manca. "Il tanto atteso piano casa, annunciato dalla Meloni ad agosto, e approdato nella legge di bilancio, è la solita presa in giro. Poche decine di milioni di euro per la propaganda", accusa il capogruppo in commissione Bilancio di Avs Tino Magni.


Intanto spunta anche l'ipotesi, per la parte di 'tesoretto parlamentare' sulla falsariga di quanto avvenne lo scorso anno con un ordine del giorno con la lista di interventi sui territori chiesti dai senatori. Su questo, però, si capirà di più domani quando la commissione tornerà a riunirsi dopo il deposito del nuovo emendamento. 

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