È record nella storia della vela oceanica italiana. Pronte Class 40 e Imoca 60, che possono ambire al podio
Maurizio Bertera
26 ottobre - 14:11 - MILANO
Una decina di anni fa sarebbe stata fantavela pensare a ben otto italiani pronti a lanciarsi in Atlantico per una delle regate per eccellenza del calendario: ossia la Transat Cafe de l’Or, che ha ereditato il peso storico della ‘Jacques Vabre’, nata nel 1993 e che due anni dopo diventò ‘en double’ ossia con due persone per barca. Oggi, alle 14 sono partiti - come detto - otto nostri velisti da Le Havre, sulla costa atlantica francese. Sono Ambrogio Beccaria (sull’ Imoca 60 Allagrande Mapei), Francesca Clapcich (sull’Imoca 60, 11th Hour Racing), Luca Rosetti e Matteo Sericano (skipper e co-skipper del Class 40 Maccaferri Futura), Andrea Fornaro e Alessandro Torresani (skipper e co-skipper del Class 40 Influence 2), Pietro Luciani (co-skipper del Class 40 Les Invincibiles), Alberto Riva (co-skipper del Class 40 Ekinox). Un record nella storia della nostra vela oceanica, dove a parte gli exploit di Giovanni Soldini, siamo sempre in seconda fila. In aggiunta a questo parterre, bisogna sottolineare che tra i Class 40 ci sono ben cinque Musa 40, monotipi al 100% made in Italy, progettati dal duo Guelfi-D’Angeli e costruiti dal cantiere genovese Sangiorgio Marine.
cade il primato della regata?
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Sulla rotta dalla Normandia a Fort de France (Martinica) si affronterà il top del circus oceanico: 42 Class 40, 18 Imoca 60, 10 Ocean Fifty e 4 maxi Ultim, tutti con equipaggi in doppio come previsto dalla formula di regata. Ogni classe avrà un percorso diverso, con la speranza degli organizzatori di vedere arrivi serrati. I Class 40 hanno quello più breve, 3700 miglia teoriche, con rotta quasi diretta che potrebbe però subire delle variazioni e causa delle condizioni meteo previste. Gli Imoca 60 invece dovranno lasciare a sinistra le Canarie prima di fare rotta verso ovest, gli Ocean Fifty faranno la stessa cosa con Capo Verde, mentre gli Ultim avranno un punto virtuale da lasciare a sinistra, posizionato nel sud Atlantico. La vittoria assoluta, ovviamente, sarà un affare tra questi multiscafi giganti (lunghi 32 metri e larghi 23) che hanno sì 6200 miglia teoriche da percorrere ma sono capaci, in condizioni ideali, di ‘bruciare’ 700 miglia in un giorno. Al di là del vincitore, gli appassionati francesi si aspettano cada il primato della regata: 10 giorni e 38 minuti, nel 2007, grazie all’impresa del mito transalpino Franck Cammas (già primo nel 2003 e 2005) e Stève Ravussin.
sorprese importanti
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Difficile fare pronostici in una regata dove le rotture sono in agguato ma per quanto riguarda le classi in cui sono impegnati i nostri eroi, negli Imoca 60 le imbarcazioni con Ambrogio Beccaria e Francesca Clapcich sono considerate "in seconda fila" dietro il terzetto composto da Macif con skipper Sam Goodchild, Charal di Jérémie Beyou e Arkea Paprec di Yoann Richomme. Nei Class 40, almeno 10-12 team possono ambire al podio, e tra questi mettiamo Maccaferri Futura, che ha nel 30enne Rosetti uno skipper motivato e vincente che due anni fa si è imposto nella Mini Transat. Il favorito numero 1, per come è andata la stagione resta SNSM di Corentine Doguet, ma il risultato finale è tutt’altro che scontato: Andrea Fornaro su Influence e gli altri due Musa 40 con gli italiani a bordo possono riservare sorprese importanti. Battaglia aperta anche tra gli Ocean Fifty e negli Ultim dove ci sarà la sfida stellare tra Banque Populaire di Armel Le Cleac’h e Sebastien Josse, Sodebo di Thomas Coville e Benjamin Schwartz, SVR Laxzartigue con Tom Laperche e il già citato Cammas.
senza paura
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Si prevedono condizioni abbastanza ‘muscolari ‘per la partenza, con le prime 48 ore piuttosto dure e di bolina, e una depressione in arrivo subito dopo. Ma quella che è stata ribattezzata – dopo una presentazione collettiva a Le Havre – l’Onda Oceanica italiana non ha paura. “Siamo navigatori d’altura, siamo dei cani sciolti. Se la classe Mini è stata il punto di partenza per molti di noi, oggi ci ritroviamo insieme, ciascuno con la propria barca e il proprio progetto, ma uniti dal desiderio di creare un racconto collettivo – ha detto il veterano del gruppo, Ambrogio Beccaria - Credo che questo sia un passaggio importante per il futuro della vela oceanica italiana: unirci, collaborare e far conoscere il valore e la passione che muovono questo sport nel nostro Paese”. La Transat Café de l’Or è l’occasione giusta anche perché ha già segnato due successi importanti per la vela italiana: nel 2007, il già citato Soldini – in coppia con Pietro D’Alì – dominò nel Class 40 mentre nel 2015 Giancarlo Pedote (il velista che ha preso parte alle due ultime edizioni del Vendée Globe) vinse sui Multi 50 con Erwan Le Roux.









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