Una svolta storica. Le decisioni della Var verranno spiegate in diretta dai direttori di gara al pubblico. In estate i fischietti hanno provato...
Il designatore osservava i suoi arbitri, come Michelangelo il suo Mosé, e allo stesso modo, sospirava: "Gli manca solo la parola…". Perciò gliel’ha data. Ci siamo. Sabato, con le prime partite di Serie A, a quasi un secolo dall’avvento del cinema sonoro (1927), anche la classe arbitrale abbandonerà l’era del muto. I direttori di gara annunceranno a tutto lo stadio le decisioni del Var. Operazione meno banale di quanto sembri. Lo si è intuito dalle simulazioni nel ritiro arbitrale di Cascia: impacci recitativi da saggio scolastico, voci spezzate dall’emozione… Figuriamoci davanti alle 80.000 anime di un derby. Come debuttare alla Scala. Chi sarà il primo a fare storia? La paura è di incespicarsi e provocare un’imbarazzante ola di sorrisini.
Immaginiamo un’estate di grandi esercitazioni, magari con il microfono del "Canta tu", disegnando quadrati nell’aria davanti a un pubblico di parenti o ripetendo ossessivamente l’announcement, tipo Colin Firth ne "Il discorso del re". È anche questione di carattere. Per dire, un mattatore come Collina avrebbe declamato con la potenza di Vittorio Gassman. Il designatore Rocchi, per aiutare i fischietti, ha codificato una serie di formule da ripetere, tipo navigatore satellitare. Poi, col tempo e la pratica, vedrete che gli arbitri si scioglieranno e si concederanno anche interpretazioni teatrali, shakespeariane ("Movimento congruo o non congruo? Questo è il dilemma. Non congruo: rigore!") o ciceroniane: "Fino a quando simulatori, abuserete della nostra pazienza? Si è tuffato, niente rigore!". Sipario: in scena! Buon campionato, cari arbitri.