A Sydney i Wallabies riescono ad evitare il “cappotto” e vincono il terzo test con le mete di Pietsch, Jorgensen e McDermott: match giocato sotto il diluvio e interrotto mezz’ora per il pericolo dei fulmini
Roberto Parretta
2 agosto - 15:33 - MILANO
Con la serie già in tasca dopo le due vittorie di Birsbane e Melbourne, i British&Irish Lions chiudono il loro tour in Australia con una sconfitta a Sydney: i Wallabies la spuntano per 22-12 al termine di un match durissimo, giocato sotto il diluvio e interrotto anche a inizio secondo tempo per il pericolo dei fulmini. La serie si chiude con un clamoroso record di spettatori per le 8 partite giocate dai Lions: con gli 80mila di Sydney, è salito a oltre 370mila il numero degli spettatori, per una media di 46.606, nettamente superiore al 2017 in Nuova Zelanda (34.327) e al 2009 in Sudafrica (34.793). L’ultima volta in Australia nel 2013 la media fu di 43.265: forse uno dei motivi per cui questo è uno dei posti preferiti dai Lions per i loro tour.
diluvio
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Si gioca sotto il diluvio, con i padroni di casa che partono più decisi e all’8’ vanno già in meta: ruck sotto i pali, fallo britannico, vantaggio, palla fuori per Jopseph Suaalii che attira due uomini e poi libera splendidamente Dylan Pietsch per il tuffo alla bandierina. Per lunghi tratti più che a una partita si assiste a una battaglia, senza grosse occasioni. I Wallabies hanno un predominio nel possesso, ma poi quel paio di volte che entrano pericolosamente nei 22 avversari, ne escono con un pugno di mosche in mano. Capita l’antifona, all’ennesimo fallo dei Lions, Tom Wright, che aveva mancato la trasformazione, al 34’ opta saggiamente per il piazzato e firma l’8-0.
fulmini
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Lynagh che in seguito a un colpo in testa sarà costretto a lasciare il campo per Ben Donaldson a inizio ripresa. Rimedia una ginocchiata in testa anche James Ryan: la seconda linea irlandese va k.o. e deve lasciare il campo in barella. In campo si procede al ritmo di una rissa ogni 10 minuti, con la gigantesca seconda linea australiana Will Skelton in qualche modo sempre simpatico protagonista, poi quando al diluvio si aggiunge il pericolo fulmini, la partita viene sospesa al 48’. Si riprende dopo una mezz’ora. Al 55’ i Lions manovrano verso il largo a metà campo, ma troppo lentamente e così su un pallone mal controllato da Bundee Ake si avventa Max Jorgensen, che scippa l’ovale e scappa tutto solo in meta. Che Donaldson trasforma per il 15-0. Al 59’ ci si alza tutti in piedi per salutare l’uscita dal campo del 35enne mediano di mischia Nic White (73 caps), all’ultima partita con i Wallabies (lascerà il rugby alla fine della stagione). I Lions però non si inteneriscono, anzi, animati da un enorme spirito assediano la linea di meta australiana e al 63’ sfondano con la terza linea gallese Jac Morgan (Finn Russell trasforma). Al 69’ la situazione si ribalta e i Lions difendono irregolarmente la propria linea di meta con l’ennesimo fuorigioco (una tattica fin troppo perdonata dagli arbitri dei tre test): il cartellino giallo, troppe volte promesso ed estratto con colpevole ritardo, è per il tallonatore irlandese Ronan Kelleher. L’assedio prosegue e a trovare genialmente il varco giusto tra le maglie rosse è il mediano Tate McDermott, che finta il passaggio e invece si butta oltre la linea a schiacciare nonostante il placcaggio. Donaldson la trasforma e sul 22-7 i giochi sono fatti. Nell’ultima azione sono i Lions a trovare un’altra meta da corta distanza, stavolta con il pilone Will Stuart, ma la sostanza non cambia.