(di Agnese Ferrara)
Mentre il prezzo dell'oro schizza,
triplicando il suo valore e passando da 42 euro al grammo agli
attuali 115 euro in un anno, in Italia in media chiudono 17
gioiellerie al mese e gli orefici ritarano l'offerta con bijoux
in argento, platino, bronzo e leghe meno preziose, oppure
puntando all'altissima gamma perché i ricchi invece spendono
eccome. L'oro è infatti ancora oggetto del desiderio per gli
'alto spendenti' con creazioni artistiche di altissimo livello.
Tra i materiali di tendenza, alternativi all'oro, il titanio e
l'argento. Inoltre le forme sinuose, indossabili e di grandezza
xxl e le pietre preziose colorate e meno impegnative dei
diamanti. Tra gli uomini le collane di perle sono diventate un
must.
Lo stato dell'arte del mondo del gioiello è stato al centro
di un congresso svolto oggi al WeGil di Roma in occasione della
Roma Jewelry Week 2025, in corso fino al 26 ottobre nella
capitale. Al meeting è stata annunciata la nascita del
'distretto romano del gioiello' che riunisce orafi, designer,
laboratori, produttori e istituti di formazione del territorio
per fare rete e promuoversi.
"A fronte di un aumento leggero del costo della manodopera,
cresciuto del 10-15%, il costo dell'oro è invece triplicato in
un anno e l'annuncio dei dazi di Trump ha scatenato una
copertura degli investimenti finanziari sull'oro e non un
consumo maggiore - ha spiegato a margine del meeting Stefano
Mancini, gemmologo e imprenditore. - Si assiste ad un maggiore
accantonamento, ma con i prezzi triplicati vengono ora escluse
le fasce di clienti di fascia media, che una volta compravano
gioielli per 100-300 euro. Ora non è più possibile farlo e così
ripiegano sull'argento di produzione industriale e monili di
minor valore, venduti molto anche come accessori in metalli non
preziosi nei negozi di abbigliamento. I gioielli di alta gamma,
anche fatti su commissione, sono invece rivolti ai clienti molto
facoltosi che li comprano d'impulso e come simbolo di identità,
oltre alla consapevolezza della conservazione del valore
dell'oggetto prezioso".
Secondo i dati di Confcommercio-Federpreziosi in Italia ci
sono 12.600 gioiellerie. In dieci anni hanno chiuso i battenti
4.600 imprese e in media 17 negozi al mese abbassano la
saracinesca senza più riaprire. Sul fronte economico il comparto
ha comunque registrato un fatturato di circa 6,8 miliardi di
euro, in moderata crescita rispetto all'anno precedente,
sostenuto soprattutto dal segmento di alta gamma e dal turismo
internazionale.
Quali sono i trend della gioielleria oggi e quale il futuro?
"L'innovazione va verso nuovi sistemi di produzione e di
sostenibilità, - spiega Barbara Brocchi, illustratrice, designer
e coordinatrice del corso di design del gioiello allo Ied di
Roma. - Si va dalle nuove tecnologie di stampa che abbattono il
consumo di Co2 del 50% e velocizzano i processi. Nei laboratori
si lavora con bronzo, titanio, argento, carbonio. Tra tutti il
titanio è il materiale di tendenza che permette di fare gioielli
anche molto grandi ma leggeri e meno costosi. Il trend va verso
la realizzazione di grandi farfalle e del mondo floreale. I
gioielli, orecchini e le collane di perle sono inoltre un must
per gli uomini. Inoltre sempre più pietre colorate perché
simbolo di libertà e felicità meno impegnativa rispetto ai
diamanti più legati alle cerimonie convenzionali. Inoltre il
futuro va verso gioielli detti 'organici' cioè indossabili,
sinuosi e perfino morbidi perché devono fare parte del corpo,
adattarsi alla propria dimensione corporale".
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