Tesla si accorda con LG Energy Solution (LGes) per la fornitura di batterie destinate ai sistemi di accumulo. In questo modo l'azienda americana diminuisce la dipendenza dalla Cina e aggira il problema dei dazi
Emiliano Ragoni
2 agosto - 15:12 - MILANO
Tesla e LG Energy Solution (LGes) fanno squadra negli Stati Uniti. Secondo fonti interne riportate da Reuters, l’azienda sudcoreana fornirà batterie Lfp (litio ferro fosfato) a Tesla per un valore di circa 4,3 miliardi di dollari, destinate ai sistemi di accumulo di energia della casa americana. Il contratto, che scatterà da agosto 2027 fino a luglio 2030, prevede una produzione locale, presso lo stabilimento LGes in Michigan, in linea con la strategia di Tesla di ridurre la dipendenza dalla Cina, anche a causa dei dazi imposti dal governo Usa. "Garantire una supply chain indipendente dalla Cina è oggi cruciale per la sostenibilità economica del business", ha dichiarato Vaibhav Taneja, Cfo di Tesla.
Una produzione “made in USA”
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LGes ha già avviato la produzione di celle Lfp negli Stati Uniti dal maggio scorso, una mossa che la pone in netto vantaggio sui concorrenti asiatici. L’azienda ha fatto sapere che il contratto con Tesla include un’opzione per l’estensione fino a sette anni e per l’aumento dei volumi, in base alla domanda. La mossa conferma una tendenza chiara nel settore: se la domanda di auto elettriche mostra qualche segnale di rallentamento, la corsa ai sistemi di accumulo di energia (Ess) per data center, reti intelligenti e impianti rinnovabili è in piena espansione. E Tesla vuole farsi trovare pronta.
Tesla saluta la cina?
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La Tesla attualmente importa batterie Lfp dalla Cina, dove la tecnologia è storicamente dominata da player locali come Catl. Ma il contesto geopolitico e le barriere doganali impongono nuovi scenari. Per questo Elon Musk ha confermato che la fabbrica in Nevada dedicata alle celle Lfp coprirà solo una parte della domanda. Serve una seconda fonte e LGes rappresenta il partner ideale.
il business dell'energia
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Oggi l’energia rappresenta poco più del 10% del fatturato Tesla, ma è uno dei rari comparti in crescita. Musk lo ha sottolineato anche durante l’ultima call trimestrale: "La domanda di batterie, per uso stazionario e industriale, è gigantesca. Ancora sottovalutata". Un’ulteriore conferma? L’accordo da 16,5 miliardi appena siglato con Samsung per la fornitura di chip dagli Stati Uniti. Tutto converge su un obiettivo: produrre localmente e aggirare i dazi.