Antonio Tajani è pronto a cedere lo scettro di Forza Italia al "signor Francesco o Giovanni, Mario o un altro", a condizione che "sia più bravo di me" e che "vinca il congresso" puntando sui contenuti. Perché, rivendica il forzista, "è così che escono facce nuove". Il segretario azzurro mostra fair play, ma in due battute sembra tradirsi. Replica così implicitamente sia a Roberto Occhiuto, il suo vice che ha provato a sfidarlo intestandosi una "svolta liberale", sia a Pier Silvio Berlusconi che di recente ha invocato uno svecchiamento del partito. E ovviamente nei confronti degli eredi del Cavaliere, ribadisce che le braccia sono "aperte" se volessero scendere in campo perché "loro sono amici, ci sentiamo sempre".
Tajani prova a tracciare il futuro del suo partito alla corte di Bruno Vespa che, per la presentazione del suo ultimo libro "Finimondo", torna al Tempio di Adriano a Roma. Accanto all'autore e oltre al vicepremier, il leader di Azione, Carlo Calenda. Scelta non casuale, secondo alcuni. L'ipotesi di un avvicinamento al centrodestra dell'ex ministro circola da un bel po'. In mattinata era stato Raffaele Nevi, portavoce di FI, a sdoganare la novità: "Per il voto delle Politiche siamo aperti al 100% ad aggregare chi condivide i nostri valori, compresa Azione se ci fossero le condizioni". Ma in serata Calenda spegne gli entusiasmi: "Noi siamo nel posto dove ci hanno messo gli elettori. Siamo liberali e stiamo al centro". E ribadisce: "Azione starà dove sta", mentre perfidamente nega ogni chance di leadership a Occhiuto: "Non l'ho sostenuto".
Di un approdo dei calendiani, Tajani non parla. Insiste invece sui numeri di FI: "Si stanno superando i 250 mila iscritti". Si è chiusa oggi la campagna di tesseramento del partito e il boom di tessere certifica la sua buona guida nell'era post Berlusconi (nel 2022, anno della morte del fondatore, gli iscritti erano appena 6000 e sono più che raddoppiati rispetto al 2023 quando erano circa 111 mila). Il leader conferma che ci sarà un congresso nazionale prima delle elezioni politiche. Ma incalzato dalle domande sulla sorte sua e di FI, la disponibilità al confronto muta e il tono si fa piccato. "Se c'è un altro più bravo di Tajani e vince il congresso, meglio così", dice. E insiste: "Ti devi contare e allora ti candidi a guidare un partito. L'importante è il confronto, io sono favorevolissimo. E' così che escono facce nuove. Io ho sempre valorizzato i giovani di FI". E sintetizza: "Oggi posso esserci io, domani un altro", convinto che "se mi vogliono come guida, bene. Sennò c'è il signor Francesco che è più bravo di me". E quando Massimo Franco, che modera l'incontro, gli chiede provocatoriamente chi è esattamente il signor Francesco, Tajani trattiene il fastidio ma risponde garbato che può essere chiunque. Del resto, per smarcarsi, ricorda di aver "avuto tutto nella vita, non sono attaccato alla poltrona"..
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