
l'intervista
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Va in pensione dopo 50 anni lo storico magazziniere azzurro: "Mertens per me è come uno di famiglia, McTominay sul caffé era scettico, poi..."
Questa è una storia che comincia da lontano, la si immagina in bianco & nero, ha i profumi di un calcio romantico e il sapore avvolgente del caffè. Questa è una storia ch’è sentimentale, nasce quasi nella culla di un bambino che s’è fatto uomo e tra un po’, il 16 luglio, va in pensione: ha guardato i suoi miti da vicino, con gli occhi colmi d’una felicità ancora fanciullesca, e s’è goduto un tempo infinito, fino all’ultimo secondo, consapevole che ci sarà sempre un frammento della memoria a riempire il proprio futuro. Tommaso Starace è un omone mite e gioioso, ha dispensato allegria lasciando borbottare la sua Moka e diventando - quasi suo malgrado - personaggio iconico d’un Napoli che da magazziniere ha accompagnato ovunque, nella buona e nella cattiva sorte, come raccontano sull’altare, in un matrimonio che non ha conosciuto crepe.