Nonostante l'attaccante sia tornato dall'impegno con la Serbia in non perfette condizioni fisiche, l'allenatore della Juve lo vuole in campo dal 1' nel suo ex stadio
Il derby di Torino attraversato con la schiena un po’ malconcia, il viaggio in nazionale vissuto con un fastidio ai muscoli per colpa dei troppi impegni ravvicinati. Ma Dusan Vlahovic resta in piedi e passato l’allarme fa rotta verso quella che si annuncia come la sua partita da sempre o, meglio, da quando ha deciso di chiudere l’avventura in riva all’Arno per sposare la causa bianconera. L’attaccante serbo, in queste ore, ha messo il freno a mano: terapia alla Continassa e poco, pochissimo pallone. E, allora? L’attacco disegnato da Luciano Spalletti ha in Dusan il suo punto di equilibrio: occupare l’area avversaria e, se serve, prendersi cura della manovra dialogando con i compagni di metà campo sono i compiti per un centravanti diventato indispensabile alla causa. Così accade che, nonostante la non perfetta condizione fisica, il tecnico bianconero abbia intenzione di affidarsi al suo nove per la tappa, delicatissima, in agenda a Firenze sabato pomeriggio. Vlahovic, oggi, ricomincerà a faticare come il resto della compagnia e, da domani, a riprendere confidenza con l’intero programma di lavoro previsto dallo staff del nuovo allenatore della Juventus.
Mai a segno da ex
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A Firenze, Dusan non ha mai fatto gol da quando, gennaio 2022, si è messo alle spalle una parentesi ricca di curve da effetti speciali: quattro volte è tornato da ex, l’ultima l’ha passata in panchina, due è entrato solo nel finale e i 90’ gli sono stati concessi nell’unica finestra di Coppa Italia. Zero reti ai vola, zero soddisfazioni personali: il suo bottino al Franchi racconta questo. Spalletti dovrà ricorrere al turnover tra campionato e Champions dove i bianconeri torneranno martedì prossimo nel gelo di Bodo, Norvegia settentrionale, oltre il circolo polare artico. Una doppia versione, o quasi, con l’incognita del campo sintetico da on sottovalutare: lassù, nella piccola cittadina norvegese da 50 mila abitanti, il terreno da gioco, spesso, si trasforma nell’alleato in più per i ragazzi di casa e nell’insidia maggiore per chi si mette in viaggio. Tradotto: non si può non considerare il pericolo legato all’incognita infortuni dovendo giocare in una realtà sconosciuta e scivolosa. Così il turnover riguarderà lo stesso Vlahovic: in campo a Firenze e a riposo, almeno inizialmente, là dove, a Bodo, il campo in sintetico potrebbe stressarne schiena e muscoli è l’idea a cui sta lavorando Spalletti.
Voglia di esserci
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Dusan ha fatto trattenere il fiato alla Juventus: solo dopo gli esami strumentali è stata scongiurata la paura di doverne fare a meno per colpa di un guai muscolare di una certa entità. L’attaccante serbo aveva dato la sua disponibilità a scendere in campo contro il Torino seppur con la schiena dolorante. E, Vlahovic, non si è tirato indietro con la maglia della Serbia in una delle serata più dolorose dal punto di vista sportivo: l’eliminazione anche dai playoff per il prossimo Mondiale nel giugno 2026. Al centravanti con il contratto in scadenza non resta, così, che il bianconero per mettersi in luce e risultare decisivo: il nuovo amministratore delegato del club, Damien Comolli, ha dato appuntamento a fine stagione per definire il destino del serbo, ma il suo futuro verrà, inevitabilmente, deciso prima anche perché Vlahovic dal primo febbraio sarà libero di accordarsi con un’altra società. A Firenze, Dusa torna per la quinta volta da ex e torna in una città in fibrillazione per come sta vivendo il proprio campionato: lo stadio Franchi non si presenterà tutto esaurito come di solito accade per quella che viene vissuta come la sfida dell’anno. Altri sono i problemi nel quartier generale viola e tra i tifosi: battere la Juventus, stavolta, avrebbe solo il significato di conquistare re punti vitali per battere un colpo, il primo, in campionato. Vlahovic è rimasto in piedi.











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